Michael
James
11 Giugno 2007
11 Giugno 2007
Ricordare costantemente il nome di Bhagavan è un modo
efficace per mantenere la nostra mente a dimora su di lui. Tale ricordo è più efficace quando lo facciamo
con la chiara comprensione che egli non è solamente una divinità esterna ma è
il nostro sé reale, che risplende sempre dentro di noi come il nostro essere
essenziale auto-cosciente, ‘io sono’.
Quando ricordiamo il nome di qualcosa, quel ricordo conduce
la forma o immagine di quella cosa alla nostra mente. In modo simile, quando
ricordiamo il nome di ‘Ramana’, esso dovrebbe attirare la nostra attenzione
alla sua vera forma, che è ‘io sono’. Così la ripetizione o japa del suo
nome può essere un potente soccorso per aiutarci a focalizzare la nostra
attenzione su ‘io sono’, che è la pratica di atma-vichara
o auto-investigazione che egli ci ha
insegnato. E dato che la nostra mente si placherà solo quando darà attenzione
alla propria auto-consapevolezza essenziale, ‘io sono’, questa auto-attenzione
è anche la vera pratica di auto-abbandono.
Dato che facendo japa del suo nome
il nostro fine dovrebbe essere fissare la nostra mente sulla sua vera forma, ‘io sono’, il
nome più efficace che possiamo ripetere è ‘io’ o ‘io sono’. Come egli
frequentemente ha detto, ‘io sono’ è l’originale e principale nome di Dio, e
meditare su di esso ci condurrà direttamente verso di lui.
Se veramente amiamo Bhagavan Ramana, il nostro fine dovrebbe
essere perdere noi stessi interamente in lui, e possiamo farlo solo
abbandonando la nostra mente ai suoi piedi, che sempre risplendono chiaramente
all’interno di noi come ‘io sono’.
Quindi, con ogni mezzo possibile, manteniamo la nostra mente
fissa in adorazione d’amore della sua vera forma, ‘io sono’.
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