Om Namo Bhagavate Sri Arunachalaramanaya

mercoledì 4 novembre 2015

Cosa succede alla nostra mente nel sonno?

Michael James

3 Novembre 2015
What happens to our mind in sleep?

Un paio di mesi fa un amico di nome Vilcomayo ha scritto un commento a uno dei miei articoli precedenti, La nostra memoria di ‘io’ nel sonno, in cui lui o lei ha chiesto, ‘cosa significa esattamente ‘assenza della mente’ nel sonno? In uno stato in cui la nostra mente è/era assente o sprofondata, la mente ‘va’/‘è andata’ in qualche altro luogo o piuttosto sprofonda/è sprofondata nella sua sorgente?’, e oggi lui o lei ha scritto un altro commento ricordandomi della sua domanda precedente.

Prima di rispondere alla sua domanda vorrei prima di tutto scusarmi con Vilcomayo per non aver risposto prima. Ricevo così tante domande tramite email e nei commenti a questo blog che sfortunatamente non sono in grado di rispondere a tutte immediatamente, e se non posso rispondere a ognuna di esse abbastanza in fretta tendono a unirsi al grande cumulo di lavoro arretrato di centinaia di domande a cui non ho ancora avuto il tempo di rispondere e che può essere non avrò mai il tempo per farlo. Quindi, Vilcomayo, sei perfettamente giustificato nel ricordarmi della tua domanda, e mi scuso non solo con te ma anche con tutti gli altri amici alle cui domande non sono ancora stato in grado di rispondere.

Ciò che accade nella nostra mente nel sonno non è effettivamente una domanda a cui rispondere facilmente, perché è una domanda posta dalla prospettiva della veglia o del sogno, i due stati in cui questa mente sembra esistere, riguardo il sonno, che è lo stato in cui essa non sembra esistere. Secondo Bhagavan la mente non esiste realmente anche quando sembra esistere, così la risposta corretta è che niente accade alla mente nel sonno, perché non c’è una mente a cui qualcosa possa mai accadere.

Tuttavia, finché sembriamo essere questa mente, questa risposta non risulterà soddisfacente, così dalla prospettiva di questa mente è detto che nel sonno essa sprofonda nella sua sorgente, che è noi stessi. Sebbene questo non sia del tutto vero, è meno lontano dalla verità che dire che la mente va in qualche altro luogo, perché non c’è altro luogo in cui essa possa andare, dato che qualsiasi cosa diversa da noi stessi sembra esistere solo finché sembriamo essere questa mente.

Secondo Bhagavan ciò che esiste realmente è solo noi stessi (come dice, per esempio, nella prima frase del settimo paragrafo di Nāṉ Yār?), così nella visione di noi stessi come siamo realmente c’è solo uno stato, che è eterna e immutabile auto-consapevolezza. Quindi i tre stati alternanti che chiamiamo veglia, sogno e sonno non sono reali, ma sembrano esistere solo nella visione auto-ignorante di questa mente illusoria, che non esiste realmente.

Tuttavia questa mente sembra esistere solo nella veglia e nel sogno, così questi sono solo due stati della mente. Cos’è allora il sonno? Esso non può essere chiamato uno stato della mente, perché nel sonno la mente non esiste e neppure sembra esistere. Ciò che esiste nel sonno è solo noi stessi, così il sonno è realmente lo stato del nostro sé reale, e come tale è il solo stato reale.

Questo unico stato sembra essere interrotto dall’apparizione di due altri stati chiamati veglia e sogno, ma questa interruzione apparente non avviene nella visione del nostro sé reale ma solo nella visione di noi stessi come questa mente. In altre parole, quando sorgiamo come questa mente nella veglia o nel sogno, il nostro unico stato reale sembra essere diviso in tre stati, in due dei quali sperimentiamo noi stessi come questa mente e quindi sperimentiamo anche molte altre cose, e in uno dei quali non sperimentiamo niente altro che noi stessi, neppure la nostra mente.

Sadhu Om era solito spiegare questo dicendo che il nostro corpo di veglia e il nostro corpo di sogno sono come due muri paralleli eretti in un vasto spazio aperto. Proprio come due muri paralleli dividono uno spazio aperto in tre parti, l’apparizione dei nostri corpi di veglia e di sogno sembra dividere il nostro singolo stato permanente in tre stati transitori.

Quindi ciò che accade alla nostra mente nel sonno è che essa semplicemente non appare – cioè, non sembra neppure esistere. Tuttavia, dalla prospettiva della nostra mente sia nella veglia che nel sogno non ci è possibile concepire il sonno come uno stato in cui la nostra mente non esiste affatto, così è detto che nel sonno la nostra mente è sprofondata e rimane in una condizione dormiente o come seme, che viene allora chiamata con vari nomi come kāraṇa śarīra (corpo causale) e ānandamaya kōśa (guaina composta di felicità). Questi due termini, quindi, indicano qualcosa che quando siamo addormentati non esiste realmente e neppure sembra esistere, ma che sembra esistere solo dalla prospettiva della nostra mente nella veglia o nel sogno.

Cioè, poiché sappiamo che ogni volta che ci addormentiamo prima o poi sorgeremo di nuovo come questa mente, deduciamo che nel sonno questa mente debba esistere in una condizione latente o non manifesta, e poiché questa condizione latente è ciò che causa che la nostra mente sorga di nuovo dal sonno, è chiamato il ‘corpo causale’ o kāraṇa śarīra. Inoltre, poiché ciò che effettivamente sperimentiamo nel sonno è solo pacifica felicità, che è la nostra vera natura, questa condizione presumibilmente latente della nostra mente è considerata come una delle ‘guaine’ o ‘coperture’ (kōśas) che coprono il nostro sé reale, e dunque è chiamata la ‘guaina composta di felicità’ o ānandamaya kōśa.

Tuttavia, secondo Bhagavan ciò che esiste realmente e ciò che realmente sperimentiamo nel sonno è solo il nostro sé reale e non qualche genere di ‘corpo’ (śarīra) o di ‘copertura’ (kōśa), così ciò che è chiamato kāraṇa śarīra o ānandamaya kōśa è solo un’entità teorica che non esiste realmente ma che nondimeno aiuta a spiegare la riemergenza della nostra mente dal sonno. E’ necessario spiegare la riemergenza della nostra mente dal sonno solo finché accettiamo che la nostra mente ora sembra esistere, ma Bhagavan non ci chiede di accettare questo ma invece di investigare noi stessi per vedere se siamo realmente questa mente che ora sembriamo essere. Se investighiamo noi stessi sufficientemente in profondità, egli ci assicura, scopriremo che non siamo questa mente limitata o ego (che sorge come ‘io sono questo corpo) ma solo infinita auto-consapevolezza (che risplende eternamente come ‘io sono’ o ‘io sono io’).

Poiché questa mente o ego sembra esistere solo finché sperimentiamo noi stessi come tale, quando sperimenteremo noi stessi come siamo realmente sapremo chiaramente che una cosa come ‘mente’ o ‘ego’ non è mai esistita né è mai sembrata esistere. E poiché la veglia e il sogno sembrano esistere solo finché sperimentiamo noi stessi come questa mente, quando conosceremo che questa mente non è mai esistita conosceremo anche che la veglia e il sogno non sono mai esistiti, e che il solo stato che è sempre esistito realmente è il nostro unico stato reale di auto-consapevolezza assolutamente pura, che è ciò che prima confondevamo come il sonno.

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