Om Namo Bhagavate Sri Arunachalaramanaya

venerdì 6 maggio 2016

La persona che sembriamo essere è una forma composta da cinque guaine

Michael James

5 Maggio 2016
The person we seem to be is a form composed of five sheaths


In un paio di commenti che ho scritto in risposta ad alcuni commenti al mio articolo precedente, L’auto-investigazione (ātma-vicāra) non comporta niente altro che essere solo persistentemente e tenacemente auto-attentivi, ho spiegato:
Cos’è una persona? È una serie di fenomeni centrati attorno a un corpo particolare, ed ha caratteristiche sia fisiche che mentali. Sebbene le sue caratteristiche fisiche e mentali cambiano nel tempo, per quanto estremi possono essere questi cambiamenti la identifichiamo sempre come la stessa persona perché è lo stesso corpo che manifesta quelle caratteristiche mutevoli. Inizia la sua vita come un bambino, e può terminarla come un uomo o una donna anziani, ma per tutta la sua vita e nonostante tutti i cambiamenti è la stessa persona. Come noi tutti sappiamo, in questo mondo sembrano esserci molte persone e ciascuna di esse sembra essere senziente, ma cosa le fa sembrare in questo modo?

Tutte le persone che vediamo in un sogno sembrano essere senzienti, e noi sembriamo essere uno tra loro, ma dopo che lasciamo quel sogno ed entriamo in questo stato (che ci sembra essere il nostro stato di veglia, ma che Bhagavan ci insegna che è solo un altro sogno) riconosciamo che non siamo la persona che sembravamo essere in quel sogno, né siamo qualcuna delle altre persone senzienti che abbiamo visto lì. Questo dunque significa che eravamo la sola persona senziente nel nostro sogno? No, ovviamente no, perché non siamo la persona che allora sembravamo essere. Quella persona che allora sembrava essere noi stessi era tanto insenziente quanto tutte le altre persone che abbiamo visto lì. Quindi chi siamo noi, colui che vedeva tutte quelle persone e ha sperimentato una di loro come noi stessi? Come lo sperimentatore di quel sogno, questo sogno o qualsiasi altro sogno, noi siamo l’ego o jīva .

Tuttavia, questo ego sembra esistere solo quando sperimenta sé stesso come una persona, così ci è naturale confondere il nostro ego con qualunque persona questo ego attualmente sembra essere. Se pensiamo attentamente all’argomento, comunque, è chiaro che c’è una distinzione tra questo ego e qualunque persona esso attualmente sperimenta come sé stesso, perché qualunque persona sperimenta come sé stesso in questo e in qualsiasi altro sogno esiste solo in quel sogno rispettivo, mentre questo ego esiste (o sembra esistere) in ogni sogno. Quindi questo ego o jīva non è la persona che sembra essere.

[…]

Una persona è una forma composta di cinque guaine o coperture (pañca-kōśa), e come Bhagavan ci insegna nel verso 22 di Upadēśa Undiyār tutte queste cinque guaine (inclusi la nostra mente e l’intelletto) sono jaḍa (insenzienti o non-coscienti) e asat (non-esistenti), così essi non sono ‘io’. Sembrano essere senzienti ed esistenti solo perché questo ego si è attaccato ad essi, sperimentandoli come sé stesso. Ma questo ego è realmente qualcuna di queste coperture insenzienti? Esso sembra essere una mistura di consapevolezza (cit) e queste aggiunte insenzienti (jaḍa), ma realmente non è nessuna di queste cose. È solo cit-jaḍa-granthi , un nodo che sembra esistere solo quando cit e jaḍa sono apparentemente impigliati.

Cos’è un nodo? Quando due lacci sono legati insieme formano un nodo, ma quando sono slegati esso cessa di esistere, perché non ha una propria esistenza indipendente. Non è né un laccio né l’altro, ma è una combinazione di entrambi. Nello stesso modo, questo ego non è né citjaḍa ma sembra essere una combinazione di entrambi.

Ciò che è realmente senziente è solo cit , che è pura consapevolezza incontaminata da qualsiasi aggiunta jaḍa , ma questo ego sembra essere senziente perché sorge come una mistura confusa di cit e jaḍa. E poiché questo ego sorge afferrando la forma jaḍa di una persona come sé stesso, quella persona sembra essere senziente, e quindi anche tutte le altre persone viste da questo ego sembrano essere senzienti.
In riferimento a questo, un amico di nome Sanjay ha scritto un altro commento in cui ha chiesto ulteriori chiarimenti riguardo la mia affermazione che una persona è ‘una serie di fenomeni centrati attorno a un corpo particolare, ed ha caratteristiche sia fisiche che mentali’, così ciò che segue è la mia risposta a questa richiesta di chiarimento.

Quando pensiamo a delle persone, non pensiamo solo alle loro caratteristiche fisiche (se sono giovani o vecchi, maschi o femmine, alti o bassi, mori o biondi, in salute o ammalati, e così via) ma anche alle loro caratteristiche mentali (o tratti della personalità, come essi sono spesso definiti, cioè se sono amichevoli o ostili, gentili o scortesi, umili o orgogliosi, intelligenti o ottusi, allegri o cupi, calmi o irrequieti, soddisfatti o ambiziosi, irascibili o tranquilli, interessati al calcio, al cricket, ai film, ai libri, alla politica, alla scienza, alla religione, alla filosofia o a materie spirituali, e così via). Tutti questi tipi differenti di caratteristiche sono la serie di fenomeni che costituiscono ogni persona.

Quando ho scritto che tutte queste caratteristiche o fenomeni sono ‘centrati attorno a un corpo particolare’, non intendevo ‘centrati attorno’ nel senso letterale di circondare o essere all’esterno ma nel senso metaforico di essere parte di. Qualsiasi caratteristica mentale o fisica che una persona può avere, fa sempre parte di un corpo particolare, che noi prendiamo come quella persona.

Come Sanjay ha scritto, dalla prospettiva della persona che ora sembriamo essere, ‘la nostra mente e tutte le sue caratteristiche sembrano essere all’interno del nostro corpo’, ma le caratteristiche mentali che percepiamo in qualsiasi altra persona sono quelle mostrate dal loro comportamento, così sebbene presumiamo che queste caratteristiche visibili esteriormente hanno origine da una mente all’interno del loro corpo, non possiamo sperimentare la loro mente dall’interno, come sperimentiamo la nostra mente. Quindi quando stiamo parlando di una persona come una serie esteriormente visibile di caratteristiche fisiche e mentali, la questione di interno o esterno non è direttamente rilevante.

Poiché una persona non consiste solo di caratteristiche fisiche ma anche mentali, l’intera persona consiste non solo di un corpo ma anche di una mente. Nei termini del concetto di pañca-kōśas (le cinque guaine o coperture che nascondono o oscurano ciò che siamo realmente), una persona è una forma composta di questi cinque involucri, così in molti contesti ciò che Bhagavan intende con il termine ‘corpo’ è l’intera persona, perché come egli dice nel verso 5 di Uḷḷadu Nāṟpadu :
உடல்பஞ்ச கோச வுருவதனா லைந்து
முடலென்னுஞ் சொல்லி லொடுங்கு — முடலன்றி
யுண்டோ வுலக முடல்விட் டுலகத்தைக்
கண்டா ருளரோ கழறு.

uḍalpañca kōśa vuruvadaṉā laindu
muḍaleṉṉuñ colli loḍuṅgu — muḍalaṉḏṟi
yuṇḍō vulaha muḍalviṭ ṭulahattaik
kaṇḍā ruḷarō kaṙaṟu
.

பதச்சேதம்: உடல் பஞ்ச கோச உரு. அதனால், ஐந்தும் ‘உடல்’ என்னும் சொல்லில் ஒடுங்கும். உடல் அன்றி உண்டோ உலகம்? உடல் விட்டு, உலகத்தை கண்டார் உளரோ? கழறு.

Padacchēdam (separazione delle parole): uḍal pañca kōśa uru. adaṉāl, aindum ‘uḍal’ eṉṉum sollil oḍuṅgum. uḍal aṉḏṟi uṇḍō ulaham? uḍal viṭṭu, ulahattai kaṇḍār uḷarō? kaṙaṟu .

அன்வயம்: உடல் பஞ்ச கோச உரு. அதனால், ‘உடல்’ என்னும் சொல்லில் ஐந்தும் ஒடுங்கும். உடல் அன்றி உலகம் உண்டோ? உடல் விட்டு உலகத்தைக் கண்டார் உளரோ? கழறு.

Anvayam (parole ridisposte in ordine naturale di prosa): uḍal pañca kōśa uru. adaṉāl, ‘uḍal’ eṉṉum sollil aindum oḍuṅgum. uḍal aṉḏṟi ulaham uṇḍō? uḍal viṭṭu, ulahattai kaṇḍār uḷarō? kaṙaṟu .

Traduzione: Il corpo è una forma di cinque guaine. Quindi tutte cinque sono incluse nel termine ‘corpo’. Senza un corpo, c’è un mondo? Dimmi, lasciando il corpo, c’è qualcuno che ha visto un mondo?
Queste cinque guaine sono annamaya-kōśa (la guaina composta di cibo), prāṇamaya-kōśa (la guaina composta di prāṇa , respiro o vita), manōmaya-kōśa (la guaina composta di mente), vijñānamaya-kōśa (la guaina composta di discernimento o intelletto) e ānandamaya-kōśa (la guaina composta di felicità), così ciò che Bhagavan intende nella seconda frase di questo verso è che il termine ‘corpo’ include non solo il corpo fisico grossolano ( annamaya kōśa ) ma anche i più sottili vita, mente e intelletto ( prāṇamaya , manōmaya e vijñānamaya kōśa ), e in modo più importante la fondamentale auto-negligenza ( pramāda ) che dà origine all’apparizione delle altre quattro guaine.

Questa auto-negligenza è chiamata ānandamaya-kōśa, la ‘guaina composta di felicità’, perché è detta essere la sola guaina che rimane nel sonno, così è identificata con la pacifica felicità che sperimentiamo in quel momento. È anche chiamata kāraṇa śarīra , il ‘corpo causale’, perché è ciò che causa l’apparizione delle altre guaine e dell’intero mondo, che non esiste indipendentemente da queste guaine, e nel verso 22 di Upadēśa Undiyār Bhagavan si riferisce ad essa come ‘இருள்’ ( iruḷ ), che significa ‘oscurità’ nel senso di ignoranza spirituale, perche è l’oscurità dell’auto-ignoranza.

Benché qualche volta è detto che annamaya kōśa , che è anche chiamata sthūla śarīra (il corpo ‘grossolano’ o fisico), esiste solo nella veglia e non nel sogno, secondo Bhagavan non c’è sostanziale differenza tra la veglia e il sogno, così proprio come il nostro attuale corpo in questo stato sembra essere fisico, nel sogno il corpo che sperimentiamo come noi stessi sembra essere fisico, così sia nella veglia che nel sogno ciò che siamo realmente sembra essere nascosto o oscurato da tutte le cinque guaine o coperture.

Benché generalmente è detto che nel sonno ciò che siamo realmente (che è solo pura auto-consapevolezza) è nascosto solo da ānandamaya-kōśa , secondo Bhagavan sembra essere così solo dalla prospettiva del nostro ego nella veglia e nel sogno, perché ciò che è chiamata ‘ānandamaya-kōśa’ o ‘kāraṇa śarīra’ è solo la nostra auto-negligenza (pramāda) o oscurità di auto-ignoranza (ajñāna), e ciò che è auto-negligente o auto-ignorante è solo questo ego, che nel sonno non esiste affatto. Tutto ciò che nel sonno esiste ed è sperimentato è pura auto-consapevolezza, che è ciò che siamo realmente, ma dopo essere sorti dal sonno come questo ego nella veglia o nel sogno, ci sembra che nel sonno non conoscevamo ciò che siamo realmente, così dalla nostra prospettiva come questo ego sembra che anche nel sonno eravamo auto-ignoranti. Tuttavia, ciò che nel sonno non conosceva il nostro sé reale era solo il nostro ego, ma la ragione per cui nel sonno esso non conosceva il nostro sé reale è che in quel momento non esisteva, così poiché ciò che nel sonno sperimentavamo è quindi un kōśa o copertura solo nella visione del nostro ego nella veglia o nel sogno, tutte le cinque guaine appaiono effettivamente insieme in questi due stati e scompaiono insieme nel sonno.

Quindi qualunque persona o corpo sembriamo essere è un involto composto da queste cinque guaine o coperture, che appaiono appena il nostro ego sorge e scompaiono appena esso sprofonda. Tra queste cinque guaine, la sola che rimane immutata finché il nostro ego sopravvive è ānandamaya-kōśa , che è l’oscurità di pramāda o auto-negligenza, e finché è distrutta da acuta auto-attentività, farà sempre sorgere l’apparizione delle altre quattro guaine, che subiscono continuamente cambiamento. Quindi qualunque persona sembriamo essere in questo o in ogni altro sogno è una cosa molto fuggevole e insostanziale, che sembra ricevere sostanza solo dal nostro ego, la cui natura è di essere auto-negligente.

Quindi se vogliamo realmente essere liberi da questo ego e da tutta la sua progenie, possiamo facilmente dissolverlo insieme con tutte le sue guaine o coperture semplicemente essendo acutamente auto-attentivi. Tuttavia, finché siamo restii ad arrendere completamente questo ego, essere costantemente ed acutamente auto-attentivi sembra difficile, ma con la pratica persistente la nostra disposizione ad arrendere noi stessi aumenterà finché infine lasceremo andare ogni cosa e ci dissolveremo nella nostra sorgente, che è solo la pura auto-consapevolezza senza aggiunte che sempre siamo realmente (nella cui chiara visone nessun ego o copertura è mai esistita o anche è sembrata esistere).

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