Om Namo Bhagavate Sri Arunachalaramanaya

domenica 14 agosto 2016

Perché per noi è così necessario accettare senza riserve i principi fondamentali degli insegnamenti di Bhagavan?

Michael James

13 Agosto 2016
Why is it so necessary for us to accept without reservation the fundamental principles of Bhagavan’s teachings?

In un commento al mio articolo precedente, L’osservatore è l’osservato solo quando osserviamo soltanto noi stessi, un amico di nome Sivanarul ha scritto: ‘Solo in cose riguardanti il mondo fenomenico, si può dire che c’è un metodo diretto o indiretto che si applica a tutti (Per esempio, raggiungere il punto A dal punto B). Nel viaggio spirituale, non c’è metodo diretto o indiretto che si applica a tutti. Proprio l’uso di diretto o indiretto è semplicemente un gioco dell’ego che ha assunto un’identità spirituale e per soddisfare il suo bisogno di superiorità, deve etichettare il suo metodo come il metodo “diretto”. (Molto diverso è se questo lo dicono jnani o santi, poiché essi stanno promuovendo il modo in cui essi hanno ottenuto il fine in questa vita. Anche quando essi lo promuovono, stanno molto attenti ad adattare la loro promozione in modo che si basi sul ricercatore)’.
Questo articolo è la mia risposta a queste idee controverse.

Sivanarul, riguardo a ciò che scrivi in questo paragrafo, in modo particolare nella seconda frase, vale a dire ‘Nel viaggio spirituale, non c’è metodo diretto o indiretto che si applica a tutti’, non credi a Bhagavan quando dice nel verso 17 di Upadēśa Undiyār ‘மார்க்கம் நேர் ஆர்க்கும் இது’ (mārggam nēr ārkkum idu), che significa ‘Questa [pratica di investigare la forma della propria mente senza dimenticare] è il sentiero diretto [diritto o appropriato] per tutti’?

In qualunque punto possiamo trovarci nel nostro sviluppo spirituale, il solo mezzo diretto per essere consapevoli di noi stessi come siamo realmente è attendere a noi stessi. Questo è un principio molto semplice in perfetto accordo con la logica. Come possiamo vedere ciò che siamo realmente se non guardiamo noi stessi? È tanto semplice e logico come questo. È un principio che anche un bambino può comprendere.

Possiamo trovare difficile attendere a noi stessi – e davvero molti di noi trovano difficile attendere a sé stessi – ma questo non è perché essere auto-attentivi sia realmente difficile, ma perché il naturale மனப்போக்கு (maṉa-p-pōkku), il flusso, la direzione o l’inclinazione della nostra mente, è di andare all’esterno, lontano da noi stessi verso altre cose, così essere auto-attentivi è nuotare contro la corrente di questo naturale flusso all’esterno. Tuttavia, sebbene per la nostra mente è naturale fluire all’esterno, non è naturale per noi farlo, così siamo facilmente in grado di evitare di andare all’esterno ogni volta che la nostra mente sprofonda nel sonno. La ragione per cui ci sentiamo spinti a dare attenzione a cose diverse da noi stessi ogni volta che sorgiamo e ci reggiamo come questa mente è che non possiamo sopravvivere come questa mente se non lo facciamo costantemente. Tuttavia, essere auto-consapevoli è il nostro stato naturale, perché siamo sempre auto-consapevoli, anche quando stiamo dando attenzione ad altre cose, così per ognuno di noi è possibile essere attentivamente auto-consapevoli se veramente vogliamo esserlo.

Tutto si riduce a questo: vogliamo o non vogliamo essere attentivamente auto-consapevoli? Volere o preferire essere attentivamente auto-consapevoli è ciò che è chiamato svātma-bhakti (amore per il nostro sé reale) o sat-vāsanā (inclinazione solo ad essere), ed è la chiave per praticare con persistenza e con successo l’auto-investigazione e di conseguenza essere infine consapevoli di noi stessi come siamo realmente.

Per molti di noi, incluso me stesso, il nostro svātma-bhakti è ancora relativamente debole, e le nostre viṣaya-vāsanā (le nostre inclinazioni, desideri o attrazioni ad essere consapevoli di cose diverse da noi stessi) sono di conseguenza forti, così essere attentivamente auto-consapevoli in ogni momento e in tutte le circostanze ci sembra difficile. Tuttavia Bhagavan ci ha assicurato che se perseveriamo nel cercare di essere più possibile auto-attentivi il nostro svātma-bhakti aumenterà e le nostre viṣaya-vāsanā saranno di conseguenza indebolite, finché infine sprofonderemo e ci fonderemo per sempre nella nostra sorgente, quindi perdendo completamente noi stessi nella luce infinita di pura auto-consapevolezza, che è ciò che siamo realmente.

Alcuni di noi possono sentirsi più attirati a questo sentiero di auto-investigazione di altri, mentre alcuni possono sentirsi più inclini a praticare altre forme di bhakti o qualche altro tipo di pratica spirituale. Nel caso di coloro che appartenevano al secondo gruppo, Bhagavan li incoraggiava gentilmente a cercare di investigare loro stessi, ma mai li dissuase dal praticare qualunque altra sādhana che li attraeva, perché sapeva che seguendo queste sādhana con amore e dedizione sinceri le loro menti si sarebbero gradualmente purificate (come ha spiegato dal verso 3 al verso 7 di Upadēśa Undiyār) e quindi prima o poi essi sarebbero stati attirati al sentiero di auto-investigazione, che è ciò che egli ha descritto come அனனியபாவம் (aṉaṉiya-bhāvam) nel verso 8, dicendo che è ‘அனைத்தினும் உத்தமம்’ (aṉaittiṉum uttamam), ‘il migliore di tutti’ o ‘il migliore fra tutti’, intendendo quindi che è la più purificante di tutte le forme di bhakti, di meditazione o di pratica spirituale.

Non importa quanto possiamo essere fortemente inclini a cercare di praticare l’auto-investigazione o qualche altra sādhana, se siamo devoti a Bhagavan e lo accettiamo come il nostro sadguru, dovremmo almeno essere disposti ad accettare i principi basilari dei suoi insegnamenti. Possiamo non sentirci inclini a cercare immediatamente di applicare tutti questi principi nella nostra attuale pratica spirituale, ma dovremmo almeno accettarli ed ambire ad applicarli più pienamente di quanto facciamo al momento.

Ciò che Bhagavan ci ha dato in Nāṉ Yār?, Upadēśa Undiyār, Uḷḷadu Nāṟpadu e altri testi è una serie semplice e chiara di principi spirituali che sono applicabili a tutti, perché sono leggi fondamentali della natura. Contrariamente a ciò che tu suggerisci, egli non ha solamente ‘promosso il modo in cui [egli aveva] ottenuto il fine in questa vita’, ma ci ha insegnato principi fondamentali che si applicano a tutti, e ci ha lasciato liberi di decidere quale uso, se c’è, scegliamo di fare di essi. Se siamo saggi cercheremo di applicarli più pienamente che possiamo facendo del nostro meglio per seguire il semplice sentiero di auto-investigazione che egli ci ha insegnato sulla base di questo principi. Molti di noi attualmente non possono applicare tutti questi principi quanto abbiamo bisogno di fare se vogliamo sperimentare noi stessi qui ed ora come siamo realmente, ma dovremmo almeno ambire alla fine ad applicarli.

Sta a noi scegliere in quale misura e in quale modo applicarli, ma almeno dovremmo accettarli, e cosa più importante dovremmo cercare di comprenderli e non permettere a noi stessi di discutere contro di essi mentalmente o in discussioni con devoti nostri pari. Se permettiamo alla nostra mente di ribellarsi contro l’accettazione dei principi fondamentali dei suoi insegnamenti anche teoricamente, porremmo un ostacolo inutile tra noi stessi e l’opportunità di essere guidati da lui più pienamente, e con questo intralceremmo il nostro progresso spirituale. D’altra parte, se accettiamo almeno teoricamente tutti i principi da lui insegnati, anche se non possiamo ancora applicarli con successo come ambiremmo, staremmo aprendo il nostro cuore più pienamente per essere guidati da lui nel nostro viaggio interiore.

Questo è il motivo per cui è così importante per noi studiare, riflettere attentamente e cercare di comprendere più pienamente e coerentemente possibile tutti i principi che egli ci ha insegnato nei suoi scritti originali, in modo particolare Nāṉ Yār?, Uḷḷadu Nāṟpadu e Upadēśa Undiyār, che sono i tre testi in cui ha esposto inequivocabilmente questi principi nel modo più chiaro e sistematico. Se comprendiamo chiaramente e siamo fermamente convinti da tutti i semplici e fondamentali principi che ci ha insegnato in questi tre testi centrali, saremo in grado di valutare la relativa precisione e valore delle registrazioni trovate in altri libri di qualunque cosa egli ha detto in risposta a varie domande che gli sono state poste da devoti e visitatori, molti dei quali avevano numerosi interessi, affari, preoccupazioni e aspirazioni diversi da solo essere consapevoli di loro stessi come sono realmente.

Se non cerchiamo di comprendere e di accettare i principi centrali che egli ci ha insegnato e le ragioni per cui questi principi sono veri, staremo gettando via un’inestimabile opportunità che egli ci ha dato. Per comprendere tutti questi principi chiaramente e coerentemente non abbiamo bisogno di essere molto eruditi o di avere un’inclinazione mentale particolarmente intellettuale, perché essi sono principi molto semplici e coerenti basati su un’analisi chiara e semplice della nostra esperienza di noi stessi e di altre cose. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno, è un cuore semplice, una mente curiosa e indagatrice, e soprattutto una buona disposizione a mettere da parte tutti le nostre inclinazioni, pregiudizi ed amate convinzioni per vedere la chiara e indiscutibile verità nei semplici principi che ci ha insegnato.

Bhagavan è la vera forma dell’amore, come egli ha cantato ad Arunachala nel verso 101 di Śrī Aruṇācala Akṣaramaṇamālai:
அம்புவி லாலிபோ லன்புரு வுனிலெனை
      யன்பாக் கரைத்தரு ளருணாசலா.

ambuvi lālipō laṉburu vuṉileṉai
       yaṉbāk karaittaru ḷaruṇācalā
.

பதச்சேதம்: அம்புவில் ஆலி போல் அன்பு உரு உனில் எனை அன்பா கரைத்து அருள் அருணாசலா.

Padacchēdam (separazione delle parole): ambuvil āli pōl aṉbu-uru uṉil eṉai aṉbā karaittu aruḷ aruṇācalā.

Traduzione: Arunachala, come ghiaccio nell’acqua, fondimi amorevolmente come amore in te, la forma dell’amore.

Quindi il solo modo per giungere a Bhagavan è attraverso l’amore. Solo fondendoci come amore in lui, la vera forma dell’amore, come ghiaccio nell’acqua, possiamo unirci e divenire uno con lui.

Il vero amore richiede totale accettazione di chi amiamo. Per essere pienamente accettati da Bhagavan dobbiamo accettarlo pienamente in ogni modo. Egli è sempre pronto ad accettarci, perché ci ama come sé stesso, ma dobbiamo essere disposti ad essere accettati da lui, e questo richiede il nostro essere disposti ad accettarlo in ogni modo possibile e più pienamente possibile.

Egli è il nostro guru e noi siamo suoi discepoli, o almeno aspiriamo ad essere suoi discepoli. Nell’amore tra guru e discepolo, il discepolo deve accettare il guru pienamente, e poiché la funzione del guru è di insegnare e mostrare la via per il fine ultimo della vita umana e di guidare i suoi discepoli lungo quella via, la piena accettazione del guru da parte del discepolo comporta accettazione completa e senza riserve dei suoi insegnamenti.

Non possiamo separare Bhagavan dai suoi insegnamenti. Il vero scopo della sua apparenza in forma umana fu quello di insegnarci come essere consapevoli di noi stessi come siamo realmente, così sebbene la sua forma umana è scomparsa, come devono fare tutte le forme umane, egli continua ad essere manifesto tra noi nella forma dei suoi chiari e semplici insegnamenti espressi inequivocabilmente nei suoi scritti originali. I suoi insegnamenti scritti sono lui stesso nella forma di parole che ci guidano nel nostro viaggio interiore di ritorno al nostro sé reale.

Se vogliamo essere veri discepoli, non possiamo solo cogliere e scegliere gli insegnamenti che ci piacciono ed ignorare o rifiutare il resto. Dobbiamo essere disposti ad accettare tutti i suoi insegnamenti nella loro interezza. E per accettarli nella loro interezza dobbiamo comprenderli chiaramente e coerentemente, che significa che dobbiamo identificare tutti i principi fondamentali dei suoi insegnamenti.

Quindi, per renderci facile identificare e comprendere tutti i principi fondamentali dei suoi insegnamenti in modo chiaro e coerente, egli li ha scritti in un modo sistematico in tre testi centrali, vale a dire Nāṉ Yār?, Uḷḷadu Nāṟpadu e Upadēśa Undiyār, così abbiamo bisogno di studiare attentamente e di assorbire il significato di queste tre preziose gemme insieme con tutti gli altri suoi scritti originali, che consistono solo di una manciata di bellissimi canti, poemi e pochi e brevi brani di prosa in lingua Tamil, che tu come parlatore di Tamil sei fortunato ad essere in grado di leggere e studiare nell’originale.

Molti dei principi centrali che egli ci insegna in questi testi ci forzano a mettere in discussione tutto ciò che fino ad ora abbiamo creduto riguardo noi stessi, Dio e il mondo, così per accettare pienamente tutti i suoi principi fondamentali dobbiamo essere disposti a liberarci di tutte le nostre precedenti idee e convinzioni – eliminare tutta la vecchia spazzatura per fare spazio ai suoi insegnamenti affinché occupino interamente il nostro cuore. Questo può essere difficile per noi all’inizio, ma è un piccolo prezzo da pagare per ciò che stiamo per guadagnare dall’accettare ed assorbire pienamente tutti i semplici, chiari e coerenti principi che egli ci ha insegnato, perché accettandoli con tutto il cuore stiamo iniziando il tratto piano e facile del nostro viaggio, fino ad ora lungo e difficile, di ritorno a casa nel nostro cuore.

Se non accettiamo sinceramente e senza alcuna riserva i principi fondamentali degli insegnamenti del nostro guru, come possiamo sinceramente seguire il semplice sentiero che egli ci ha insegnato, e se non seguiamo questo sentiero, come possiamo aspettarci di giungere alla destinazione finale che egli ci ha mostrato? Come egli dice nel dodicesimo paragrafo di Nāṉ Yār?:
கடவுளும் குருவும் உண்மையில் வேறல்லர். புலிவாயிற் பட்டது எவ்வாறு திரும்பாதோ, அவ்வாறே குருவினருட்பார்வையிற் பட்டவர்கள் அவரால் ரக்ஷிக்கப்படுவரே யன்றி யொருக்காலும் கைவிடப்படார்; எனினும், குரு காட்டிய வழிப்படி தவறாது நடக்க வேண்டும்.

kaḍavuḷ-um guru-v-um uṇmaiyil vēṟallar. puli-vāyil paṭṭadu evvāṟu tirumbādō, avvāṟē guruviṉ-aruḷ-pārvaiyil paṭṭavargaḷ avarāl rakṣikka-p-paḍuvarē y-aṉḏṟi y-oru-k-kāl-um kaiviḍa-p-paḍār; eṉiṉum, guru kāṭṭiya vaṙi-p-paḍi tavaṟādu naḍakka vēṇḍum.

Dio e guru in verità non sono diversi. Proprio come ciò che è stato preso nelle fauci di una tigre non ritornerà, così coloro che sono stati presi nello sguardo di grazia del guru saranno sicuramente salvati da lui e mai saranno abbandonati; nondimeno, è necessario camminare infallibilmente lungo il sentiero che il guru ci ha mostrato.
Egli farà ogni cosa per noi, e in compenso tutto ciò che egli ci chiede di fare per noi stessi è di seguire sinceramente e senza riserve il sentiero che egli ci ha mostrato. E per seguire questo sentiero abbiamo bisogno di accettare sinceramente tutti i principi fondamentali sui quali è fondato, perché accettandoli sinceramente daremo a noi stessi la dedizione e la perseveranza che ci è richiesta per seguirlo con successo fino alla sua conclusione, e perché se non li accettiamo e non eliminiamo qualunque vecchia idea o convinzione in qualsiasi modo in conflitto o non in perfetto accordo con essi, come possiamo eliminare il nostro ego, che è ciò che si aggrappa così fermamente a queste vecchie idee e convinzioni? Per arrendere completamente il nostro ego, la prima cosa che abbiamo bisogno di fare è abbandonare tutte le idee o convinzioni che sono d’impiccio sulla via del nostro accettare sinceramente Bhagavan e tutto ciò che ci ha insegnato.

Come Sadhu Om era solito dire spesso, per assimilare e assorbire pienamente gli insegnamenti di Bhagavan, e per permettere ad essi di impressionarsi fermamente e indelebilmente nel nostro cuore e nella nostra mente, dobbiamo prima di tutto rendere il nostro cuore e la nostra mente una lavagna vuota. Se chiediamo a Bhagavan di scrivere il suo nome su una lavagna molto scarabocchiata, il suo bellissimo nome diventerà solo un altro scarabocchio confuso ed illeggibile, così dobbiamo prima di tutto pulire completamente la nostra lavagna, e poi quando egli scrive il suo nome su di essa saremo in grado di apprezzare pienamente la sua bellezza. Nello stesso modo, se non siamo disposti a ripulire il nostro cuore e la nostra mente da tutte le nostre vecchie idee, convinzioni, desideri e aspirazioni, quando leggiamo i suoi insegnamenti essi non saranno in grado di produrre un’impressione chiara e indelebile sulla nostra mente, ma diventeranno solo delle ulteriori aggiunte non chiare alla confusa massa di scarabocchi già presenti. Quindi l’accettazione delle idee chiare, semplici e nuove che Bhagavan ci ha insegnato ci richiede di rinunciare ad aggrapparci a tutte le nostre vecchie idee e convinzioni, e quindi di rendere la nostra mente una lavagna vuota che è pronta a vedere ogni cosa di nuovo nella chiara luce dei suoi insegnamenti e della serie centrale dei semplici principi su cui tutti essi sono fondati.

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