Om Namo Bhagavate Sri Arunachalaramanaya

venerdì 6 gennaio 2017

Che sia chiamato ‘‘yōga nidrā’ o ‘nirvikalpa samādhi’, ogni tipo di manōlaya non è di alcun beneficio spirituale

Michael James

6 Gennaio 2017
Whether it be called ‘yōga nidrā’ or ‘nirvikalpa samādhi’, any kind of manōlaya is of no spiritual benefit

Un amico mi ha scritto recentemente descrivendo come qualche volta egli entra in uno stato simile al sonno, e mi ha chiesto riguardo il significato di tali esperienze, in riferimento a ciò che aveva letto riguardo la distinzione che alcune persone fanno tra ‘yōga nid’ o ‘nirvikalpa samādhi’, così ciò che segue è la mia risposta.

Non posso dirlo con sicurezza, ma le esperienze che descrivi possono tutte essere un buon segno che indica che hai precedentemente (sebbene forse non in questa vita) compiuto pratica spirituale di un tipo o un altro e che ora sei ben preparato per seguire la semplice pratica di auto-investigazione insegnata da Bhagavan.

Comunque, che sia così o no, come regola generale non dovremmo attribuire troppa importanza a qualsiasi esperienza che viene o va, perché qualunque cosa non sperimentiamo costantemente (nella veglia, nel sogno e nel sonno) è qualcosa diversa da noi stessi, e ciò che dovremmo cercare di sperimentare o di cui dovremmo cercare di essere consapevoli è solo noi stessi come siamo realmente. Quindi quello che hai bisogno di fare è investigare a chi queste esperienze sono accadute.

Cioè, qualunque esperienza può sorgere, dovremmo cercare di attendere solo a noi stessi, colui che la sperimenta, per vedere ciò che noi stessi siamo realmente. Sperimentando il genere di stato che descrivi, se la tua mente è completamente sprofondata in uno stato simile al sonno, tu (la mente o l’ego) non sarai lì a fare qualche sforzo per attendere a te stesso (proprio come non possiamo cercare di essere auto-attentivi mentre siamo nel sonno, perché in quel momento l’ego che dà attenzione è assente), ma appena sorgi da un tale stato di completo sprofondamento, dovresti cercare di investigare te stesso, colui al quale quella esperienza è accaduta.

(In questo contesto puoi trovare utile leggere uno dei miei articoli recenti: Qualunque esperienza può sorgere, dovremmo investigare a chi essa sorge)

Riguardo termini come yōga nidrā e nirvikalpa samādhi, Bhagavan generalmente non parlava riguardo queste cose a meno che non gli venisse chiesto in modo specifico, perché questi termini sono molto ambigui e significano cose diverse per persone diverse o in contesti diversi. La sola distinzione importante che egli ha fatto è tra manōlaya (completo ma nondimeno temporaneo sprofondamento della mente, come il sonno, il coma o certi tipi di ‘samādhi’ indotti artificialmente) and manōnāśa (annientamento permanente della mente, che è il nostro fine), ed ha insegnato che manōlaya non è di beneficio spirituale, così piuttosto che cercare di indurre un tale stato per mezzo di qualsiasi mezzo artificiale come il controllo del respiro o qualsiasi altra pratica yōgica dovremmo solo volgere indietro la nostra attenzione per focalizzarla acutamente soltanto su noi stessi, sia prima che sprofondiamo in un tale stato sia dopo che sorgiamo da esso. Anche se uno stato di manōlaya è glorificato da termini come ‘yōga nidrā’ o ‘nirvikalpa samādhi’ è ancora solo manōlaya e quindi solo un’interruzione temporanea nel tempo durante il quale dovremmo cercare di attendere acutamente soltanto a noi stessi.


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