Om Namo Bhagavate Sri Arunachalaramanaya

domenica 28 maggio 2017

Abbiamo bisogno di fare qualcosa?

Michael James

27 Maggio 2017
Do we need to do anything at all?

Durante un recente incontro presso la Ramana Maharshi Foundation UK, che è stato registrato nel video 2017-05-13 Ramana Maharshi Foundation UK: discussione con Michael James sull’importanza della pratica, un amico di nome Alasdair mi ha posto alcune domande, e dal punto 33.46 al 39.51 il nostro dialogo è stato il seguente:
Alasdair: Ok, quindi, se sono sdraiato nel letto, e riesco a ricordare a me stesso che la prima cosa a cui devo pensare è ‘chi sono io?’ e mantenere costante la corrente-‘io’, ma so anche che dopo poco devo alzarmi dal letto e devo fare certe cose in cucina, oppure ho qualche dovere…

Michael: Chi ha tutti questi doveri?

A: Il piccolo ‘io’, ed è precisamente quello che…

M: No, non è il piccolo ‘io’. Il piccolo ‘io’ non ha alcun dovere. È Alasdair che ha tutti questi doveri, non è così?

A: Alasdair l’ego.

M: No, Alasdair non è l’ego. Alasdair è quello che l’ego dice che è ‘io’. Chi è che dice, ‘io sono Alasdair’? Quello è l’ego.

A: Si, OK, ma nondimeno…

M: Così poiché senti ‘io sono Alasdair’, a causa di quella identificazione con Alasdair, e poiché Alasdair deve fare cose (Alasdair è un corpo, una persona, e questa persona ha bisogno di mangiare, deve pagare le bollette, ha bisogno di fare questo, ha bisogno di fare quello, tutte queste cose), così, finché tu sei Alasdair, sentirai ‘ho bisogno di fare tutte queste cose’. Questo è ciò che è chiamato il kartavya buddhi: kartṛtva buddhi significa il senso di essere l’agente [‘io sto facendo’]; kartavya buddhi significa il senso ‘io devo fare’.

Questo kartavya buddhi è il vero problema, perché …, è perché prendiamo noi stessi, perché io sento ‘io sono Michael’, io sento di avere così tante responsabilità, e penso…, ma realmente secondo Bhagavan non abbiamo alcuna responsabilità. Bhagavan dice che il solo tuo dovere è non essere questo o quello, il tuo solo dovere è essere.

Noi realmente non … [abbiamo alcun bisogno di fare o pensare qualcosa], noi pensiamo che sia necessario, pensiamo: ‘come posso condurre … la mia vita, come posso badare alla mia famiglia, come posso fare questo, come posso fare quello, se non penso?’ Secondo Bhagavan non è affatto necessario pensare, perché come ha detto nella nota a sua madre: quello che deve succedere succederà, per quanto cerchiamo di impedirlo; ciò che non dove succedere non succederà, per quanto cerchiamo di realizzarlo; quindi dovremmo rimanere quieti.

Questo significa che non dobbiamo fare niente? No, non dobbiamo fare niente. Ma questo non significa che il corpo, la parola e la mente non devono fare cose. Il corpo, la parola e la mente saranno fatti agire, come egli dice nella prima frase [di quella nota]: ‘அவரவர் பிராரப்தப் பிரகாரம் அதற்கானவன் ஆங்காங்கிருந் தாட்டுவிப்பன்’ (avar-avar prārabdha-p prakāram adaṟkāṉavaṉ āṅgāṅgu irundu āṭṭuvippaṉ). Questo letteralmente significa: ‘அவரவர் பிராரப்தப் பிரகாரம்’ (avar-avar prārabdha-p prakāram) significa ‘Secondo il loro-loro prārabdha‘, ‘il loro-loro destino’, che significa secondo il destino di ciascuna persona; ‘அதற்கானவன்’ (adaṟkāṉavaṉ) significa ‘egli che è per quello’, che significa Dio o il guru; ‘ஆங்காங்கிருந்து’ (āṅgāṅgu irundu), ‘essere lì-lì’, che significa nel cuore di ciascuno; ‘ஆட்டுவிப்பன்’ (āṭṭuvippaṉ), ‘ஆட்டுவிப்பன்’ (āṭṭuvippaṉ) significa ‘li farà danzare’.

Così è Bhagavan che…, secondo il nostro destino Bhagavan farà fare al nostro corpo, parola e mente le azioni che essi hanno bisogno di fare. Non dobbiamo dare attenzione a questo. Ciò continuerà…. [automaticamente]. Se abbiamo sufficiente fede in Bhagavan … [non abbiamo bisogno di pensare a qualcosa]: Sadhu Om era solito dire, se, supponendo che tu hai un servitore che viene da te e dice, ‘Farò qualunque cosa vuoi che io faccio’, quanto ci sentiremmo sgravati da tutte le responsabilità che abbiamo, perché questo servitore è pronto a fare ogni cosa. Ma un tale servitore è giunto nella nostra vita. Quel servitore è Bhagavan. Egli è venuto e si è anche offerto di pensare per noi.

Se abbiamo fiducia in ciò che Bhagavan ci ha insegnato, possiamo dare a lui anche il peso di pensare. Questo è il motivo per cui egli dice nel tredicesimo paragrafo di Nāṉ Yār?, dopo aver detto, ‘Essere fermamente fissati in sé stessi, non dando spazio al sorgere di alcun pensiero tranne che il pensiero di sé stessi, è arrendere sé stessi a Dio’, poi nella frase successiva spiega perché non è necessario pensare a qualsiasi altra cosa. Egli dice che per quanto peso poniamo su Dio, egli lo porterà tutto. Dopo tutto, Dio sta portando il peso di tutto questo universo, non è lui? Così dal momento che quell’unico paramēśvara śakti, quell’unico potere dominante, sta guidando tutte le attività in questo universo, perché dovremmo pensare, ‘Io dovrei agire in questo modo, io dovrei agire in quel modo?’ Quando stai viaggiando in un treno, tu sai che il treno sta portando tutto il peso, perché non metti semplicemente la tua valigia giù accanto a te o nel portapacchi o da qualunque parte? Perché insisti a portarlo sulla testa?

Il nostro pensare a qualche pensiero è portare il bagaglio sulla nostra testa. Non è necessario farlo. Perché ciò che deve succedere sta per succedere comunque. Non dobbiamo pensare a ciò. È a causa della nostra mancanza di fede in Bhagavan che pensiamo a qualsiasi cosa. Così nessuno di noi qui ha realmente fede in Bhagavan. Perché se avessimo fede in Bhagavan lasceremmo a lui tutto il pensare per noi.

Non possiamo avere fede in Bhagavan, non possiamo avere fede piena in Bhagavan, non possiamo ottenere quella piena fiducia in Bhagavan, finché l’ego esiste, perché la natura dell’ego è afferrare le cose, la natura dell’ego è sentire ‘io sono questa persona, ho bisogno di sopravvivere come questa persona, ho bisogno di cibo, ho bisogno di riparo, ho bisogno di questo, ho bisogno di quello, devo agire in questo modo, devo agire in quel modo’: ‘இப்படிச் செய்யவேண்டும், அப்படிச் செய்யவேண்டும்’ (ippaḍi-c ceyya-vēṇḍum; appaḍi-c ceyya-vēṇḍum) [‘è necessario fare come questo, è necessario fare come quello’], come Bhagavan dice in questo paragrafo di Nāṉ Yār?.

Egli ci chiede, perché dovremmo pensare questo. Ma tutti noi diciamo, ‘Oh no no, Bhagavan, è necessario, è necessario. Come otterrò il mio cibo se non vado a lavorare? Come pagherò l’affitto? Come farò questo, come farò quello? Ho ottenuto la mia famiglia e me ne devo prendere cura’. Bhagavan dice, ‘Perché porti il bagaglio sulla testa?’… Così noi tutti siamo seduti qui portando il nostro bagaglio sulla testa.
In riferimento alla mia seconda risposta in questa parte del nostro dialogo, vale a dire ‘No, non è il piccolo ‘io’. Il piccolo ‘io’ non ha alcun dovere. È Alasdair che ha tutti questi doveri, non è così?’, un amico mi ha scritto:
Questo non mi è molto chiaro. Come hai spiegato altrove, una persona è una serie di aggiunte mentali e fisiche centrate attorno a un corpo. Quindi una persona è solo una serie di aggiunte jada (insenzienti), e queste aggiunte insenzienti, secondo la mia comprensione, non possono avere un vero dovere. Se qualche entità sente necessario fare qualcosa, se qualche entità sente necessario raggiungere questo o quello, può essere solo l’ego, perché è solo un essere senziente che può avere tale idea di essere l’agente. Ma tu dici ‘No, non è il piccolo ‘io’; il piccolo ‘io’ non ha alcun dovere, è Alasdair che ha tutti questi doveri, non è così?’ Questo non è molto chiaro. Apprezzerei se tu fossi così gentile da spiegare questo.
Ciò che segue è adattato dalla mia risposta:

La tua confusione qui è dovuta al tuo non distinguere la necessità di compiere doveri dal sentire ‘ho bisogno di compiere doveri’. La persona chiamata Alasdair è ciò che ha bisogno di compiere doveri, ma esso non sente ‘ho bisogno di compiere doveri’, perché come tu dici esso è jaḍa: insenziente, privo di consapevolezza. Ciò che sente il bisogno di fare qualsiasi cosa è solo l’ego, perché solo esso è consapevole, e poiché esso confonde sé stesso come Alasdair, sente di aver bisogno di fare qualunque cosa Alasdair ha bisogno di fare.

Dici che poiché una persona è solo una serie di aggiunte insenzienti, essa non può avere un dovere reale, ma una persona è un corpo vivente, e per sopravvivere, il corpo non ha bisogno di compiere certi doveri, come respirare, mangiare e guadagnare le risorse necessarie per mantenersi (cibo, vestiario e riparo)? Quindi il corpo ha bisogno di fare certe cose, ma noi abbiamo bisogno di fare qualcosa? Se siamo il corpo, abbiamo bisogno di fare cose, ma siamo questo corpo?

Appena sorgiamo come questo ego, sperimentiamo noi stessi come se fossimo un certo corpo, e quindi ci sembra di aver bisogno di fare certe cose. Questo kartavya buddhi (il senso di aver bisogno di fare questo o quello) e il suo concomitante kartṛtva buddhi (il senso di star facendo questo o quello) sono la vera natura dell’ego, perché l’ego sperimenta sempre sé stesso come ‘io sono questo corpo’.

Quindi abbiamo bisogno di evitare di sorgere come questo ego, che significa che abbiamo bisogno di cessare di identificare noi stessi come un corpo. Questo è il motivo per cui ho indicato ad Alasdair che quello che deve compiere così tanti doveri non è l’ego ma solo Alasdair. Finché l’ego sperimenta sé stesso come ‘io sono Alasdair’, sembra che stia facendo cose e che abbia il bisogno di fare cose, ma tutto ciò che l’ego ha realmente bisogno di fare è guardare sé stesso per vedere se è realmente Alasdair. Quando guarda abbastanza accuratamente, vedrà ciò che è realmente, perciò cesserà di essere l’ego, e quindi cesserà di essere Alasdair o qualche altra persona.

Cioè, la natura dell’ego è sperimentare sé stesso come ‘io sono questa persona’, così per sradicarlo abbiamo bisogno di domandarci e investigare costantemente se siamo realmente la persona che sembriamo essere. Come una persona abbiamo bisogni, doveri e responsabilità, ma siamo questa persona?

Come Bhagavan ha spiegato nella nota che ha scritto a sua madre nel Dicembre del 1898, finché sembra esistere, la persona che noi sembriamo essere sarà fatta compiere qualunque cosa deve fare secondo il suo destino, e per quanto sforzo possiamo fare non possiamo anche minimamente cambiare, aggiungere o sottrarre ciò che è destinato a succedere, così non abbiamo bisogno di interessarci alle necessità, i doveri o le responsabilità di questa persona. Che essa faccia qualunque cosa è destinata a fare. Il nostro solo interesse dovrebbe essere investigare e scoprire ciò che noi stessi siamo realmente.

Questo è il motivo per cui in tutti i suoi insegnamenti centrali Bhagavan rivolge costantemente la nostra attenzione a noi stessi. Come ha reso abbondantemente chiaro, sia nei suoi scritti originali che nelle risposte che ha dato a numerose domande, non abbiamo realmente bisogno di fare qualsiasi cosa o pensare a qualsiasi cosa, ma abbiamo solo bisogno di cercare di essere così accuratamente e fermamente auto-attentivi da vedere ciò che siamo realmente, dopodiché scopriremo che siamo solo pura ed infinita auto-consapevolezza, che mai fa qualcosa o mai ha bisogno di fare qualcosa.


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