23 Dicembre 2014
http://happinessofbeing.blogspot.it/2014/12/science-and-self-investigation.html
Un amico recentemente mi ha chiesto di commentare un
articolo di Michael Talbot dal titolo The Universe as a
Hologram, dicendo che ‘esso porta il punto di vista scientifico molto
vicino alla visione mistica della realtà’, e dopo che gli ho risposto mi ha mandato
una seconda email nella quale ha cercato di spiegare perché egli credeva che la
scienza è relativa agli insegnamenti di Sri Ramana, dicendo:
Prima che la fisica facesse
ricerche profonde sulla natura della materia, la convinzione dell’irrealtà del
mondo percepito poteva essere basata solo sulla completa fede nell’insegnamento.
Tuttavia nel mondo moderno, le credenze sono fondate su un terreno razionale e
scientifico. La fisica delle particelle ci ha fornito un terreno scientifico
per tale fede, cioè la convinzione dell’irrealtà e dell’illusorietà del mondo
percepito, poiché essa ha mostrato che ciò che riteniamo materia solida è
realmente non-materia.
Ciò che segue è adattato dalle risposte che ho scritto a
queste due email:
Prima risposta:
Quando ho sfogliato l’articolo di Michael Talbot non l’ho
trovato per nulla più vicino alla visione advaita della realtà di
qualsiasi altra teoria di fisica avanzata come la teoria dei quanti, perché
tutto ciò è basato sul presupposto che c’è qualcosa che esiste indipendente
dalla mente che lo sperimenta, e sul presupposto ulteriore che la mente che sperimenta tutto questo è reale, che sono due presupposti che Sri
Ramana mette in discussione.
Dire che l’universo è un fantasma (nel senso che Talbot
suggerisce) è molto differente dal dire che è un sogno, perché un sogno è
creato dalla mente senza alcuna causa esterna, mentre un fantasma (nel senso di
Talbot) è ritenuto un fenomeno creato dalla mente a causa della sua percezione
erronea di qualcosa che esiste esternamente (cioè, qualcosa che esiste
indipendente dalla mente che percepisce).
La scienza è limitata dalla sua pretesa che ogni cosa debba
essere studiata oggettivamente, così non può mai avvicinarsi alla visione advaita,
che può essere sperimentata solo rifiutando tutta l’esperienza oggettiva e
cercando di sperimentare solo il soggetto sperimentante, ‘io’. Sperimentando ‘io’ in totale isolamento da
ogni altra cosa, che è ciò che tentiamo di sperimentare quando pratichiamo
auto-investigazione (ātma-vicāra), sperimenteremo assoluta non-dualità,
in cui tutto ciò che è sperimentato è l ‘io’ che sta sperimentando.
Quindi non c’è modo in cui qualche scienza oggettiva possa
avvicinarsi a questa esperienza, perché esse investigano solo cose che sono
sperimentate come diverse da ‘io’, e perciò le loro scoperte comportano
necessariamente dualità (una distinzione tra l’osservatore e l’osservato).
La scienza è utile per migliorare il benessere materiale e
le praticità della nostra vita materiale, ma non c’è modo in cui essa possa
metterci in grado di sperimentare la realtà assoluta che sta alla base dell’apparenza
della nostra vita materiale e di questo mondo fisico. In questo contesto dovremmo
tenere a mente ciò che Sri Ramana scrisse nel terzo paragrafo di Nāṉ
Yār? (Chi sono io?):
சர்வ அறிவிற்கும் சர்வ
தொழிற்குங் காரண மாகிய மன மடங்கினால் ஜகதிருஷ்டி நீங்கும். கற்பித ஸர்ப்ப ஞானம் போனா லொழிய
அதிஷ்டான ரஜ்ஜு ஞானம் உண்டாகாதது போல, கற்பிதமான ஜகதிருஷ்டி நீங்கினா லொழிய அதிஷ்டான சொரூப தர்சன முண்டாகாது.
sarva aṟiviṯkum sarva toṙiṯkuṅ
kāraṇam āhiya maṉam aḍaṅgiṉāl jaga-diruṣṭi nīṅgum. kaṯpita sarppa-jñāṉam pōṉāl
oṙiya adhiṣṭhāṉa rajju-jñāṉam uṇḍāhādadu pōla, kaṯpitamāṉa jaga-diruṣṭi nīṅgiṉāl
oṙiya adhiṣṭhāṉa sorūpa darśaṉam uṇḍāhādu.
Se la mente, che è la causa di tutta la conoscenza [oggettiva] e di
tutta l'attività, cessa, jagad-dṛṣṭi [la percezione del mondo]
cesserà. Esattamente come la conoscenza della corda, che è la base
[che costituisce il fondamento e supporta l'immaginaria apparenza di un
serpente], non sorgerà se non cessi la conoscenza dell'immaginario serpente, svarūpa-darśana [la
vera conoscenza empirica della nostra natura essenziale o sé reale], che è la
base [che costituisce il fondamento e supporta l'immaginaria apparenza di
questo mondo], non sorgerà a meno che cessi la percezione del mondo, che è
un'immaginazione [o falsificazione].
Non possiamo sperimentare ‘io’ come è realmente fino a che
sperimentiamo il mondo, e quando sperimentiamo ‘io’ come è realmente, la falsa
apparenza sia della nostra mente (che un’errata esperienza di ‘io’) sia di
questo mondo si dissolveranno e scompariranno, proprio come il serpente
immaginario scompare non appena vediamo la corda come è.
Seconda
risposta:
Molto tempo prima che le scoperte o le teorie della fisica
moderna fossero conosciute, i filosofi sia dell’oriente (probabilmente prima)
sia dell’occidente (probabilmente un po’ dopo) si sono posti domande sul mondo
come: Come possiamo sapere che c’è un qualche mondo esterno? Come possiamo sapere
che qualsiasi cosa che sperimentiamo (come questo mondo) esiste
indipendentemente dalla nostra esperienza di esso (o indipendente dalla nostra
mente che lo sperimenta)? Come possiamo sapere che ogni cosa è come sembra
essere? Come possiamo sapere
che ogni apparenza è veramente reale?
Queste domande sono tutte una mescolanza di questioni
epistemologiche e metafisiche (la parte ‘come possiamo sapere’ è epistemologica,
e l’altra parte di ciascuna di queste domande è metafisica), e domande
epistemologiche e metafisiche non possono avere una risposta adeguata né dalla
filosofia né dalla scienza [come ho spiegato nel mio articolo precedente, Il
mondo esiste indipendentemente dalla nostra esperienza di esso?]. Cioè, né la
filosofia né la scienza possono darci una risposta certa a ognuna di queste
domande.
La filosofia è utile per quanto ci spinge a mettere in discussione
ogni cosa che crediamo o che presumiamo di conoscere, e quindi ci aiuta a
comprendere quanto poco conosciamo con certezza. Tuttavia, benché ci insegni a
chiederci molte domande importanti, non può da se stessa fornirci risposte
certe a quelle domande. Il più grande beneficio che possiamo ricavare dalla
filosofia è che essa può indicare (benché la maggior parte delle filosofie non
lo faccia) dove dobbiamo guardare per trovare risposte sicure a tutte le sue
domande più fondamentali, come fa la filosofia insegnata da Sri Ramana.
Cioè, dato che la filosofia può mostrarci che la sola cosa
che è assolutamente certa è che io sono, anche se al momento sono confuso
riguardo cosa io sono, essa può metterci in grado di comprendere che non
possiamo ottenere una conoscenza certa riguardo ogni altra cosa se non
conosciamo con certezza cosa io sono, e che per conoscere cosa io sono devo
cercare di sperimentare me stesso solamente, in completo isolamento da ogni
altra cosa. In altre parole, prima di investigare qualsiasi altra cosa dovremmo
investigare noi stessi solamente per
sperimentare ciò che io sono realmente, come la filosofia di Sri Ramana ci
insegna a fare.
La scienza, d’altra parte, fa ricerca sul mondo come ci
appare, e sviluppa tecnologie per fare ricerca su cose che non possiamo
percepire solo con i nostri sensi. Nel corso della sua ricerca sviluppa
teorie per cercare di spiegare le sue osservazioni, e quelle teorie postulano entità
teoriche come gli atomi, i protoni, i neutroni, gli elettroni e i campi
energetici, e così crea un’immagine teorica del mondo che è del tutto
differente dall’immagine del mondo fornita dai nostri cinque sensi. Così
per esempio teorizza che ciò che ci sembra essere materia solida sono solo
campi di energia nello spazio vuoto.
Ma queste sono solo teorie, e dalla storia della scienza
impariamo che le teorie e le entità teoriche che furono un tempo accettate
universalmente dalla comunità scientifica sono state successivamente discreditate e
rimpiazzate da nuove teorie ed entità teoriche che avrebbero potuto adattarsi
alle recenti scoperte. Quindi non abbiamo motivo di supporre che le teorie e le
entità teoriche che sono ora accettate universalmente dalla comunità
scientifica non saranno poi discreditate da scoperte future, e non ci
sarà bisogno quindi di rimpiazzarle con altre teorie ed entità teoriche.
Anche se supponiamo che tutte le teorie e le entità teoriche
attualmente accettate sono vere (benché questa è una supposizione che è quasi
certamente non vera), come possiamo essere sicuri che l’immagine teorica del
mondo che esse ci presentano sia meno un'apparenza di quanto lo sia l’immagine
del mondo che ci è fornita dai nostri cinque sensi? Se il mondo come lo
percepiamo solo con i nostri sensi è solo un’apparenza, perché dovremmo credere
che il mondo come è postulato dalla fisica moderna non è nello stesso modo solo
un’apparenza?
Può la fisica e ogni
altra scienza oggettiva provarci che c’è realmente un mondo esterno; che ogni cosa
che sperimentiamo esiste realmente indipendentemente dalla nostra esperienza di
essa (o indipendentemente dalla nostra mente che la sperimenta); che ogni cosa
è come appare; o che ogni apparenza è effettivamente reale? Tutte le scienze
oggettive sono basate sul presupposto che c’è un mondo esterno – un mondo che
esiste indipendentemente dalla nostra esperienza di esso, e indipendentemente
dalla nostra mente che lo sperimenta – così come può ogni teoria che è basata
su questo presupposto provare che questo presupposto è vero?
Se non c’è mondo esterno, tutte le teorie della scienza sono
false, perché esse sono tutte credenze che comportano il credere in un mondo
esterno. Quindi, cercare di provare l’esistenza di un mondo esterno per mezzo
di qualche teoria scientifica comporterebbe un ragionamento circolare – cioè, prenderebbe
come una delle sue premesse la conclusione che sta cercando di provare.
Quando i moderni filosofi della scienza vengono messi a
confronto con la domanda se c’è realmente un qualche mondo esterno (cioè, un
qualche mondo indipendente dalla mente), la migliore risposta che essi possono
dare è che la credenza in un mondo esterno è giustificata da ciò che è chiamato
IBE o ‘deduzione della migliore spiegazione’, perché essi affermano che l’esistenza
di un mondo esterno è la migliore spiegazione per tutto ciò che sperimentiamo. Tuttavia,
ciò che la fa apparire come la ‘migliore spiegazione’ è che si adatta al meglio
con ogni altra cosa che crediamo riguardo al mondo, e che implica la nostra
convinzione che il mondo esiste indipendentemente dalla nostra esperienza di
esso. Quindi la loro affermazione che è la ‘migliore spiegazione’ è basata su
una non ben celata forma di ragionamento circolare (che significa che la scienza
non è tanto razionale quanto superficialmente sembra essere).
Quindi, benché la fisica moderna sostiene la visione che il
mondo non è come sembra essere, non può invalidare la nostra convinzione
profondamente radica ma infondata che il mondo esiste indipendentemente dalla
nostra esperienza di esso.
Quando Sri Ramana dice che il mondo è irreale, non sta
solamente dicendo, come un fisico moderno dice, che esso non è come sembra
essere, ma sta dicendo che non esiste affatto indipendentemente dalla
nostra mente che lo sperimenta. E secondo lui, anche la mente che sperimenta
questo mondo è essa stessa irreale: non esiste affatto realmente, così se la
investighiamo scomparirà, e insieme con essa cesserà di esistere anche l’intera
apparenza di questo mondo.
La scienza consiste di osservazioni (riguardo a come il
mondo sembra essere) e di teorie (che spiegano quelle osservazioni), ma né le
sue osservazioni né le sue teorie possono realmente provare qualcosa diversa dal
fatto che io sono, perché per osservare qualcosa o concepire qualche teoria, io
devo esistere. Comunque, non abbiamo bisogno di alcuna scienza per provare che
io sono, perché ogni cosa che sperimento prova che io sono, e anche se non avessi
sperimentato niente altro, ancora avrei sperimentato che io sono, perché l’esatta
natura di ‘io’ è sperimentare la propria esistenza, ‘io sono’.
Pensare alla scienza o a qualsiasi altra cosa diversa da ‘io’
è una distrazione che devia la nostra attenzione lontano da noi stessi verso
altre cose. Quindi, se vogliamo sperimentare ciò che questo ‘io’ è, dobbiamo
rinunciare a investigare o a dare attenzione a qualsiasi altra cosa, e dobbiamo
invece investigare solo ‘io’ dando attenzione esclusivamente a esso.
grazie (ninni)
RispondiEliminaGrazie a te Ninni per aver inaugurato i commenti del blog!
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