Om Namo Bhagavate Sri Arunachalaramanaya

mercoledì 8 aprile 2015

Come possiamo respingere con fiducia le conclusioni della metafisica materialistica

Michael James

6 Aprile 2015
How we can confidently dismiss the conclusions of materialist metaphysics

In uno dei miei recenti articoli, Tutti i fenomeni sono solo un sogno, e il solo modo di svegliarsi è investigare chi sta sognando, ho scritto:
Inoltre, poiché sperimentiamo noi stessi esistere nel sonno, quando non sperimentiamo nessuna altra cosa, il fatto che esistiamo indipendentemente da qualsiasi altra cosa che possiamo sperimentare nella veglia o nel sogno è auto-evidente. Quindi non abbiamo bisogno di dubitare di questo fatto, o di supporre che la nostra esistenza possa dipendere dall’esistenza del nostro corpo o di ogni altra cosa, com’è erroneamente supposto dalla maggioranza dei filosofi e gli scienziati attuali.
Citando questo passaggio, un amico di nome Sivanarul ha scritto un commento in cui ha detto:
In riguardo a quanto scritto sopra da Michael, è davvero una sfida rimuovere questo dubbio anche come ipotesi di lavoro. Ci sono due potenti forze opposte. La prima è l'idea fortemente radicata 'io sono il corpo'. La seconda è il materialismo scientifico che rafforza potentemente l'idea 'io sono il corpo'. In questi giorni le nostre vite sono alquanto dominate dalla tecnologia e la tecnologia è l'enorme storia di successo della scienza. Il web, la telefonia mobile e il GPS sono una parte della vita di ogni giorno e i loro successi a loro volta aggiungono un'enorme credibilità a ogni cosa che la scienza conclude.

Così la domanda che l'interrogante ha posto a Michael, "Questa consapevolezza/coscienza può essere un sottoprodotto del corpo? Alcuni neuroni più reazioni chimiche che avvengono nel cervello che è proiettato come questa coscienza?" è la conclusione della scienza che dice che lo stato di veglia è la realtà di base della vita, e che il sonno profondo è uno stato in cui la mente si riposa. La coscienza è semplicemente un fenomeno secondario del cervello che sorge quando la materia diviene complessa abbastanza.

Di fatto, la scienza può dire che tutte le esperienze spirituali riferite dai santi e dai Jnani possono solo essere l'innesco di una particella subatomica. Proprio come, il Bosone di Higgs recentemente verificato, fornisce massa alla materia, la scienza può concludere che c'è una particella sconosciuta che i santi toccano nel corpo (per mezzo di Vichara, Meditazione, Japa ecc) che genera la loro realtà empirica. Quando il corpo muore, anche quel toccare la particella muore e la realtà empirica dello Jnani muore con esso. Questo non significa che io sostengo la conclusione scientifica su questa materia. Ma non è facile respingere la sua conclusione.
E in un secondo commento ha aggiunto:
Come una continuazione del mio commento precedente, anche sperimentare completamente 'io' in isolamento da ogni altra cosa non confuterà la teoria perché l'esperienza di isolare se stesso può essere solo un innesco di una particella subatomica sconosciuta come il Bosone di Iggs. In altre parole, la realtà empirica di 'Ajata' di un Jnani potrebbe essere un'esperienza cerebrale che si innesca in certe condizioni (interne e/o esterne). Una volta innescato, lo stato è irreversibile finché il corpo esiste. Una volta che il corpo muore, anche quello stato muore. Il solo modo in cui questa teoria può essere confutata è se realizziamo che, dopo la morte fisica, l' 'io' ancora esiste. Finché il cervello fisico è coinvolto (la veglia, il sogno, il sonno profondo), niente di definito può essere detto.

Abbiamo due convincenti arbitri della realtà. Uno è la ricca tradizione spirituale con la sua lunga lista di santi, mistici e jnani (o soltanto Jnana). L'altro è la moderna impresa scientifica con i suoi illustri scienziati. Entrambi prevedono argomenti molto convincenti. E' una sfortuna che non possa essere verificato quale dei due è giusto mentre siamo ancora fondati sul cervello.
L'incertezza che Sivanarul ha espresso in questi due commenti può interessare molte persone che aspirano a seguire gli insegnamenti di Sri Ramana ma non hanno ancora sufficientemente riflettuto profondamente su di essi, così ciò che segue è la mia risposta a questa incertezza:
  1. L'auto-investigazione è il solo mezzo con cui possiamo estirpare tutti i dubbi
  2. La scienza non può risolvere alcun dubbio metafisico
  3. Non possiamo essere il corpo che ora sembriamo essere
  4. Credere nella realtà dello stato di veglia non è sufficientemente giustificato
  5. Il nostro corpo attuale esiste mentre sogniamo o siamo addormentati?
  6. Ciò che esiste realmente è solo noi stessi
  7. Le teorie materialistiche sulla coscienza non possono spiegarla in modo soddisfacente
  8. Il materialismo non può spiegare lo sperimentatore


1. L'auto-investigazione è il solo mezzo con cui possiamo estirpare tutti i dubbi

Finché sperimentiamo noi stessi come un ego (che è una mescolanza confusa di noi stessi e di determinate aggiunte che confondiamo essere noi stessi, come un corpo e una mente), abbiamo motivo di dubitare proprio di ogni cosa, in modo particolare dei credi metafisici, perché l'ego è per definizione metafisicamente ignorante, poiché l'ignoranza metafisica (l'ignoranza riguardo a cosa siamo realmente) è ciò che fa sorgere l'illusione di essere questo ego. Quindi, come ho scritto nella frase finale dell'articolo che Sivanarul stava commentando:
[…] il solo modo in cui possiamo eliminare completamente ogni spazio a qualsiasi dubbio che possiamo avere se il nostro stato attuale sia solo un altro sogno o uno stato di veglia reale, o se il nostro corpo attuale esista quando non lo sperimentiamo, è sperimentare noi stessi come siamo realmente, e il solo modo in cui possiamo sperimentarci come siamo realmente è investigare noi stessi, che sperimentiamo non solo l’apparente esistenza di altre cose nella veglia e nel sogno, ma anche la loro assenza nel sonno.
Benché mi sia lì riferito a due dubbi particolari, ciò che ho scritto si applica ad ogni dubbio metafisico che possiamo avere. Investigare e perciò sperimentare noi stessi come siamo realmente è il solo mezzo con cui possiamo estirpare completamente tutti i motivi di qualsiasi dubbio riguardo questioni metafisiche - o riguardo qualsiasi altra cosa per quell'argomento, perché i dubbi possono sorgere solo per il nostro ego, (poiché è soltanto il nostro ego che sperimenta qualsiasi cosa diversa da se stesso), ed esso cesserà di esistere solo quando sperimentiamo noi stessi come siamo realmente.

2. La scienza non può risolvere alcun dubbio metafisico

Tuttavia, benché l'auto-investigazione è il solo mezzo con cui possiamo completamente estirpare il nostro ego e quindi tutti motivi per qualsiasi dubbio, gli insegnamenti Sri Ramana ci donano argomenti potenti che ci possono aiutare a risolvere molti dei nostri dubbi metafisici con un ragionevole grado di certezza e di fiducia anche mentre stiamo ancora sperimentando noi stessi come questo ego. Per esempio, riguardo alle due opposte visioni metafisiche a cui Sivanarul si è riferito - vale a dire la visione insegnata da Sri Ramana che esistiamo indipendentemente dall'apparizione e la scomparsa di qualsiasi corpo, della nostra mente o di qualsiasi altro fenomeno, e la visione opposta esposta da molti filosofi e scienziati dei nostri giorni che la nostra esistenza è dipendente dal funzionamento del nostro corpo e del nostro cervello - Sri Ramana ci ha dato forti ragioni per accettare la sua visione fondata su un'analisi semplice e chiara della nostra esperienza di noi stessi nei tre stati alternanti di veglia, sogno e sonno.

Sivanarul cita 'l'enorme storia di successo della scienza', in modo particolare riferendosi alla meravigliosa tecnologia che essa ci ha dato, ma benché la scienza ha avuto successo nel comprendere come i fenomeni funzionano, da questo successo non possiamo legittimamente dedurre che essa ha avuto lo stesso successo nel comprendere cosa sono realmente i fenomeni - cioè, cos'è che appare come tutti questi fenomeni. Conoscere come i fenomeni funzionano (o almeno come sembrano funzionare) non ci permette di conoscere se qualcuno di loro esiste indipendentemente dalla nostra esperienza di essi, e se essi sono solo una creazione mentale, come ogni fenomeno che sperimentiamo in un sogno.

Come ho spiegato altrove (come in Il mondo esiste indipendentemente dalla nostra esperienza di esso? e Scienza e auto-investigazione), l'intero edificio delle moderne teorie scientifiche è basato su un'enorme presupposto metafisico, la cui correttezza nessuno scienziato o filosofo è in grado di verificare o mai potrebbe verificare, vale a dire il presupposto che certi fenomeni che sperimentiamo (particolarmente tutti quei fenomeni che chiamiamo collettivamente 'il mondo' e che queste persone affermano essere la 'realtà oggettiva') esistono indipendentemente da noi stessi, il soggetto o prima persona che li sperimenta.

Le moderne osservazioni e le teorie scientifiche sembrano esserci utili in molti modi nella nostra vita materiale, ma questo non significa che esse ci possano aiutare in qualche modo a rimuovere la nostra ignoranza metafisica o a risolvere ogni dubbio metafisico. Una delle questioni metafisiche fondamentali è se qualsiasi cosa che sperimentiamo esista indipendentemente dalla nostra esperienza di essa - o sia in qualche modo causata da qualcosa che esiste indipendentemente dal nostro ego o mente sperimentante - ma nessuna osservazione o teoria scientifica può fornire qualche prova o ragione adeguata per supporre che il nostro innato credo nell'esistenza indipendente del mondo fisico sia corretto. Quindi, quando esaminiamo questioni metafisiche, non possiamo fidarci di qualunque cosa che la scienza può sembrare dirci.

3. Non possiamo essere il corpo che ora sembriamo essere

D'altra parte, Sri Ramana non solo ci ha insegnato un mezzo sicuro con cui possiamo rimuovere per sempre la nostra ignoranza metafisica, ma ci ha anche dato validi motivi per concludere che ci stiamo sbagliando nel credere che siamo il corpo fisico che ora sperimentiamo come se fosse noi stessi, e anche nel credere che il mondo fisico esiste indipendentemente dalla nostra esperienza di esso. Questi motivi, in breve, sono i seguenti:

Se fossimo realmente il corpo fisico che ora sembriamo essere, non potremmo sperimentare noi stessi senza sperimentare questo corpo, ma lo sperimentiamo solo nel nostro attuale stato (lo stato che ora crediamo essere il nostro stato di veglia) e non nel sogno o nel sonno. Nel sogno sperimentiamo qualche altro corpo come se fosse noi stessi, e nel sonno sperimentiamo noi stessi senza sperimentare qualunque altro corpo. La nostra esperienza ci fornisce quindi l'evidenza irrefutabile che né il nostro corpo attuale né qualsiasi altro corpo può essere ciò che siamo realmente, e che la nostra esperienza che questo corpo sia noi stessi è dunque un'illusione.

Poiché sperimentiamo l'esistenza apparente del mondo fisico solo quando sperimentiamo noi stessi come il nostro corpo attuale, e poiché nello stesso modo sperimentiamo l'esistenza apparente di un un altro mondo simile quando, nel sogno, sperimentiamo noi stessi come qualche altro corpo, è chiaro che la nostra esperienza di questo o di qualche altro mondo è dipendente dall'esperienza di essere un corpo in qualsiasi mondo stiamo sperimentando. Quindi, poiché abbiamo concluso che la nostra esperienza di essere un corpo è solo un'illusione, tutti i mondi (effettivamente tutti i fenomeni, sia fisici che mentali) che sperimentiamo unicamente sulla base di questa illusione devono ugualmente essere illusori.

Quindi, contrariamente a ciò che dice Sivanarul, è effettivamente abbastanza facile respingere la conclusione (o piuttosto il presupposto fondamentale) della scienza e di molti generi di filosofia che affermano che siamo solo un corpo fisico e che il mondo in cui questo corpo sembra vivere, esiste indipendentemente dalla nostra esperienza di esso.

4. Credere nella realtà dello stato di veglia non è sufficientemente giustificato

Tuttavia, per rafforzare la nostra convinzione che la visione insegnata da Sri Ramana è corretta, e che le affermazioni fatte dal materialismo metafisico (anche conosciuto come fisicalismo) sono ingiustificate, consideriamo alcune delle affermazioni fatte da scienziati e filosofi che Sivanarul cita nei suoi commenti. Prima di tutto, cita 'la conclusione della scienza che dice che lo stato di veglia è la realtà di base della vita', ma piuttosto che descrivere questo come una conclusione della scienza, sarebbe più preciso descriverla come uno dei presupposti fondamentali della scienza, perché è un presupposto su cui tutta la ricerca e le teorie scientifiche sono basate. Quindi dedurre che è una conclusione alla quale possiamo giungere sulla base di qualche ricerca o teoria scientifica è ovviamente una petizione di principio - cioè, è presumere che il teorema in questione (vale a dire che 'lo stato di veglia è la realtà di base della vita') sia vero, e usarlo come un presupposto in un argomento in supporto di se stesso.

La scienza non è veramente la ragione per cui tendiamo a credere che 'lo stato di veglia è la realtà di base della vita' perché tenderemmo a crederlo anche se non conoscessimo niente della scienza moderna. La ragione per cui tendiamo a credere questo è che qualunque cosa ci accade di sperimentare attualmente (sia che siamo effettivamente svegli o che stiamo solo sognando) ci sembra che sia reale, così anche mentre stiamo sognando, ciò che stiamo sperimentando in quel momento sembra essere reale, e quindi in quel momento presumiamo di essere svegli (come ho spiegato in Sognando ci sembra di essere svegli). Qualunque cosa stiamo sperimentando attualmente ci sembra reale per la semplice ragione che ho spiegato in Il potere dell’illusione che qualsiasi cosa che sperimentiamo sia reale, vale a dire:
[...] ogni volta che sperimentiamo qualche mondo, sia sognando sia apparentemente svegli, sempre sperimentiamo noi stessi come se fossimo un corpo in quel mondo. Quindi, poiché siamo reali, sperimentiamo il nostro attuale corpo come se fosse reale, e poiché quel corpo è una parte di un mondo, sperimentiamo quel mondo come se fosse anch’esso reale. Cioè, sovrapponiamo la realtà di noi stessi su qualsiasi corpo sperimentiamo come noi stessi, e attraverso quel corpo la sovrapponiamo sul mondo.
Tendiamo a credere che ora non stiamo sognando solo perché il nostro corpo attuale e qualsiasi altra cosa stiamo sperimentando in questo momento ci sembra reale, mentre qualsiasi cosa abbiamo sperimentato in ogni stato in cui abbiamo sperimentato noi stessi come qualche altro corpo ci sembra ora irreale e perciò solo un sogno. Quindi ci è naturale presumere che il nostro stato attuale sia il nostro stato reale e che ogni altro stato simile sia solo un sogno, e quindi per distinguere il nostro stato attuale da tutti gli altri stati lo chiamiamo lo stato di veglia. Questo è il motivo per cui tendiamo naturalmente a credere che 'lo stato di veglia è la realtà di base della vita' ed è quindi fondamentalmente differente da qualsiasi sogno. Tuttavia, come ho spiegato in Qualsiasi argomento per cui la veglia e il sogno sono fondamentalmente diversi è una ‘petizione di principio’ , qualsiasi argomento possiamo cercare di fornire per mostrare che ci sono differenze reali o fondamentali tra la veglia e il sogno sono basate sul nostro presupposto che ora non stiamo sognando ma siamo svegli, che a sua volta si basa sul nostro presupposto che la veglia sia realmente uno stato distinto dal sogno, così tali argomenti sono semplicemente una 'petizione di principio'.

Il fatto che ora non stiamo sognando ci sembra evidente, ma qualsiasi evidenza possiamo supporre che mostri questo fatto come tale, sarà qualche caratteristica nel nostro stato attuale che crediamo lo distingua da un sogno, così queste caratteristiche sembrano essere la prova del fatto che ora non stiamo sognando, solo perché presumiamo che il nostro stato attuale non sia un sogno. Il nostro ragionamento che ora non stiamo sognando è quindi circolare e perciò fondamentalmente difettoso, così la nostra convinzione innata che ora siamo svegli e che questo stato di veglia 'è la realtà di base della vita' non può essere in alcun modo giustificato senza fare appello, senza pudore, ad un errore logico - l'errore della 'petizione di principio' o del ragionamento in circolo.

Benché ogni teoria scientifica sembra dare supporto alla nostra convinzione istintiva che il mondo che sperimentiamo nel nostro stato attuale (che ora presumiamo essere il nostro stato di veglia) sia reale, e che sia la base di qualsiasi altra cosa che sperimentiamo, il supporto che esso sembra dare è una falsità, perché ogni teoria scientifica è basata su questa convinzione. Se non presupponiamo che il nostro stato attuale non sia solo un sogno creato dalla nostra mente, non possiamo giustificare il nostro presupposto che il mondo che sperimentiamo in questo stato esista indipendentemente dalla nostra esperienza di esso, e se non presupponiamo che questo mondo esiste indipendentemente dalla nostra esperienza di esso, non possiamo giustificare il nostro presupposto che ogni osservazione scientifica sia tutt'altro che un'illusione (come qualsiasi cosa che possiamo sperimentare in un sogno) o che ogni teoria scientifica sia vera o affidabile. Quindi, poiché il credere in ogni osservazione o teoria scientifica è basato necessariamente sulla convinzione che il nostro stato attuale sia reale e non solo un sogno, come può ogni osservazione o teoria scientifica darci una ragione sufficiente per credere che il nostro stato attuale non sia solo un sogno ma 'la realtà di base della vita'?

In altre parole, poiché dobbiamo presupporre che il nostro stato attuale non sia un sogno per credere che esso sia 'la realtà di base della vita', e poiché dobbiamo credere che esso sia reale per credere che ogni osservazione o teoria scientifica sia vera o affidabile, nessuna osservazione o teoria scientifica può darci una ragione adeguata per concludere che 'lo stato di veglia è la realtà di base della vita'. Quindi discutere che la scienza ci fornisce la prova o ragione sufficiente per giungere a questa conclusione sarebbe discutere in circolo.

5. Il nostro corpo attuale esiste mentre sogniamo o siamo addormentati?

Quando Sivanarul scrive, 'La mente proietta lo stato di sogno come un modo per soddisfare i desideri che non possono essere soddisfatti nello stato di veglia, e il sonno profondo è uno stato in cui la mente si riposa', immediatamente dopo scrive che la scienza dice che 'lo stato di veglia è la realtà di base della vita', sembra sottintendere che la mente presuppone che quando la nostra mente proietta un sogno e riposa nel sonno, lo fa nel cervello del nostro corpo dello stato di veglia. Tuttavia, come tutti gli altri presupposti fatti nel nome della 'scienza', questo è basato interamente sul presupposto infondato che il nostro stato attuale, che ora prendiamo come la veglia, non sia realmente solo un altro sogno.

Quando stiamo sperimentando un sogno o lo stato di sonno profondo, non sperimentiamo il nostro stato di veglia, proprio come ora non sperimentiamo alcun corpo che abbiamo sperimentato come noi stessi in un sogno. Poiché ora crediamo che tutti questi corpi di sogno erano solo una costruzione della nostra mente sognante, non abbiamo ragioni sufficienti per presumere che il nostro corpo attuale (quello che ora presumiamo essere il nostro corpo dello stato di veglia) non sia ugualmente solo una creazione della nostra mente sognante. Se non presupponiamo che il nostro stato attuale non è un sogno, e che quindi il mondo che percepiamo in questo stato esiste quando non lo sperimentiamo, non possiamo presupporre che i sogni accadano nel cervello del nostro corpo attuale. Inoltre, poiché non presupponiamo che il mondo che sperimentiamo in un sogno esista anche quando non lo stiamo sperimentando, non abbiamo realmente alcuna giustificazione adeguata per presupporre che il mondo del nostro stato attuale esista anche quando non lo stiamo sperimentando.

6. Ciò che esiste realmente è solo noi stessi

Quando consideriamo se 'lo stato di veglia sia la realtà di base della vita' o no, la sola esperienza di cui ci possiamo fidarci è la nostra, perché se il nostro stato attuale non è realmente uno stato di veglia ma solo un altro sogno, qualsiasi esperienza di cui qualche persona ci può parlare non sarebbe più affidabile dell'esperienza di cui ci possa parlare una persona nel nostro sogno. Sulla base della nostra esperienza attuale, giudichiamo che qualunque corpo abbiamo sperimentato come noi stessi in un sogno ora non esiste e che, benché esso sembrava esistere mentre stavamo sognando, anche in quel momento non esisteva realmente. Quindi, se nel nostro giudizio dobbiamo essere imparziali, dovremmo ugualmente giudicare che - a meno che il nostro stato attuale non sia realmente solo un altro sogno - il nostro corpo in questo stato non esiste mentre stiamo sperimentando qualche altro sogno o mentre siamo addormentati, e che benché esso sembri esistere finché stiamo sperimentando questo stato, anche ora non esiste realmente.

Tranne la nostra esperienza, non abbiamo ragioni sufficienti per credere che qualsiasi cosa esista. Tuttavia, non ogni cosa che sperimentiamo esiste realmente, perché la nostra esperienza ci dice che benché alcune cose sembrano esistere esse non esistono realmente. Per esempio, ogni cosa che sperimentiamo mentre sogniamo, in quel momento sembra esistere, ma non sembra più esistere dopo che ci svegliamo, così concludiamo che essa non esisteva realmente anche quando sembrava esistere, perché ora riconosciamo che essa sembrava esistere solo nella nostra immaginazione. Quindi non dovremmo presupporre che qualcosa esiste realmente solo perché sembra esistere.

Benché dobbiamo dipendere dalla nostra esperienza per conoscere cosa esiste, sappiamo che la nostra esperienza non è una guida affidabile quando giunge a mostrarci cosa esiste. Quindi abbiamo bisogno di usare il nostro giudizio per decidere cosa dovremmo credere che realmente esiste. Molte cose sembrano esistere, ma come possiamo essere sicuri che ognuna di esse esiste realmente? Secondo Sri Ramana, ogni cosa che sembra esistere in un momento ma non in un altro momento non esiste realmente anche quando sembra esistere. Qualunque cosa esiste deve esistere sempre, e deve sempre sembrare di esistere - cioè, deve sempre essere da noi sperimentata. Qualunque cosa sperimentiamo solo temporaneamente non esiste realmente ma solo sembra esistere. Questo è il motivo per cui egli era solito dire che ciò che è reale deve esserlo sempre, e non deve sembrare esserlo solo in certi momenti ma non in altri momenti - o in altre parole, che ciò che è reale deve essere eterno e immutabile.

Sulla base di questo principio semplice ma perfettamente ragionevole, possiamo concludere che la sola cosa che esiste realmente è noi stessi, perché qualsiasi altra cosa possiamo sperimentare è qualcosa che sperimentiamo qualche volta ma non sempre. Sperimentiamo il tempo solo negli stati che chiamiamo veglia o sogno, ma non nel sonno, così benché il tempo sembra esistere, non esiste realmente. Il tempo è quindi solo un'illusione, e dunque qualunque cosa appare o scompare nel tempo è ugualmente solo un'illusione. Ciò che è reale è solo ciò che sperimentiamo sia quando stiamo sperimentando il tempo (come nella veglia o nel sogno) sia quando non lo stiamo sperimentando (come nel sonno), e cioè solo noi stessi.

Inoltre, noi stessi siamo la sola cosa della cui esistenza possiamo essere sicuri perché se non esistevamo non avremmo potuto sperimentare alcuna cosa, reale o illusoria. Quindi il semplice fatto che sperimentiamo qualsiasi cosa è una prova decisiva della nostra reale esistenza. Ogni altra cosa che sperimentiamo potrebbe essere un'illusione, perché benché essa sembra esistere può non esistere realmente, ma la nostra esistenza non può essere un'illusione, perché non potremmo sperimentare la nostra esistenza (o qualsiasi altra cosa) se non esistessimo realmente. Quindi se accettiamo l'insegnamento di Sri Ramana che noi soltanto esistiamo realmente, e se riconosciamo il fatto che l'esistenza di qualsiasi altra cosa è nella migliore delle ipotesi solo incerta, siamo logicamente su un terreno molto sicuro, mentre se scegliamo di credere alla metafisica del materialismo o fisicalismo (la visione che il mondo fisico non solo sembra esistere ma esiste realmente ed è 'la realtà di base della vita'), siamo, quanto meno, su un terreno molto incerto.

7. Le teorie materialistiche sulla coscienza non possono spiegarla in modo soddisfacente

Quando Sivanarul scrive, 'La coscienza è semplicemente un fenomeno secondario del cervello che sorge quando la materia diviene complessa abbastanza', egli si sta riferendo a una delle teorie esposte da qualche filosofo e scienziato, cioè la teoria dell'epifenomenalismo, secondo la quale tutta l'esperienza cosciente è un epifenomeno o fenomeno secondario causato dal fenomeno fisico di attività elettro-chimica nel cervello (che essi presumono essere il fenomeno primario), e che benché l'esperienza cosciente è causata da un tale fenomeno fisico, non può essere la causa di alcun fenomeno fisico. Questa è solo una delle varie teorie in competizione proposte dai filosofi e dagli scienziati dei nostri giorni nei loro tentativi di spiegare l'esperienza cosciente in termini più o meno esclusivamente fisici, ma come tutte queste teorie essa non riesce a spiegare tutto questo in modo soddisfacente.

Come alcuni filosofi mettono in evidenza, c'è un 'divario esplicativo' nell'idea che ciò che sperimentiamo è causato unicamente da qualsiasi cosa sembra accadere nel nostro cervello, perché le caratteristiche o 'qualità' di ogni esperienza cosciente sono del tutto dissimili dalle caratteristiche fisiche di ciò che avviene nel cervello, così essere in grado di equiparare una con l'altra richiederebbe una spiegazione chiara e soddisfacente, che nessuno ha ancora dato. Certamente i fisici sperano che un giorno troveranno una tale spiegazione, ma è difficile immaginare come mai potrebbero farlo.

Inoltre, l'idea che i fenomeni fisici sono primari mentre ciò che realmente sperimentiamo è secondario è mettere il carro davanti ai buoi. Non sperimentiamo realmente alcun fenomeno fisico, ma solo impressioni mentali di fenomeni fisici, così i fenomeni primari della nostra esperienza sono solo ciò che realmente sperimentiamo, e ogni altro fenomeno, come i fenomeni fisici, sono secondari, perché essi non sono sperimentati da noi direttamente ma sono solamente dedotti sulla base di ciò che sperimentiamo. Quindi dare superiorità a qualsiasi cosa fisica e dare solo una posizione secondaria a ciò che sperimentiamo realmente è illogico e può solo condurci a dubbie conclusioni.

8. Il materialismo non può spiegare lo sperimentatore

Inoltre, anche se ciò che sperimentiamo potrebbe in qualche modo essere spiegato adeguatamente con qualche fenomeno fisico come l'attività elettro-chimica nel nostro cervello, tali fenomeni non possono contare per lo sperimentatore - cioè, per il fatto che qualcosa sperimenta qualsiasi cosa sia sperimentata. Chi o cosa è che sperimenta tutto questo? Questo è un interrogativo a cui né la scienza moderna né la filosofia si rivolgono o considerano.

Tutta l'esperienza dipende dall'esistenza di uno sperimentatore, perché senza uno sperimentatore non potrebbe esserci esperienza, ma l'esistenza di uno sperimentatore non può essere spiegata adeguatamente da qualcosa di fisico. Lo sperimentatore di tutte l'esperienza è ciò che sperimentiamo come noi stessi, ma qualsiasi cosa sperimentiamo diversa da noi stessi non può essere noi stessi, perché non sperimentiamo in modo permanente niente di diverso da noi stessi. Qualsiasi altra cosa possiamo sperimentare, e anche se non sperimentiamo qualche altra cosa, sperimentiamo sempre noi stessi, così non possiamo essere qualcosa che non sperimentiamo sempre. Non sempre sperimentiamo il nostro corpo fisico o qualche altro fenomeno fisico, perché nel sogno sperimentiamo qualche altro corpo e mondo apparentemente fisici, e nel sonno non sperimentiamo alcun fenomeno fisico, così non possiamo essere qualcosa di fisico.

Allora noi, lo sperimentatore, cosa siamo? Proprio come non possiamo essere qualche fenomeno fisico, nello stesso modo non possiamo essere qualche fenomeno mentale, perché sperimentiamo noi stessi nel sonno senza sperimentare niente altro. Quindi ciò che siamo non può essere spiegato né in termini fisici né mentali, così per sperimentare ciò che siamo realmente dobbiamo investigare soltanto noi stessi.

Né la scienza né la filosofia possono dirci cosa siamo realmente, così per scoprire cosa siamo realmente dobbiamo confidare unicamente sulla nostra esperienza di noi stessi. Al momento la nostra esperienza di noi stessi sembra confusa, perché sperimentiamo noi stessi mischiati con aggiunte fisiche e mentali, così confondiamo noi stessi come questo corpo e questa mente. Quindi per sperimentare noi stessi come siamo realmente abbiamo bisogno di isolare sperimentalmente noi stessi da tutte le altre cose, e di sperimentare noi stessi con perfetta chiarezza senza sperimentare qualunque altra cosa.

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