Om Namo Bhagavate Sri Arunachalaramanaya

domenica 27 dicembre 2015

Perché scrivere del sé?

Michael James

17 Aprile 2009
Why to write about self?

Una domanda che mi viene rivolta abbastanza frequentemente è perché prendersi così tanto disturbo a scrivere riguardo la natura del sé e il mezzo con cui possiamo conoscere noi stessi come siamo realmente, quando tutto quello che abbiamo realmente bisogno di fare è solo essere vigilantemente auto-attentivi. Per esempio, un amico mi ha scritto recentemente chiedendo:
Se noi siamo Infinito Sé (Essere), senza qualità e interessi, da dove viene l’impulso o l’interesse per impegnarsi in così tanto scrivere sul soggetto del Sé.

Se la mente è un mito, allora anche il tuo scrivere è un mito? Possiamo dire di sì, ma questo ultimo mito (concetto) del Sé distruggerà tutti gli altri miti e concetti.

Allora il tuo desiderio di scrivere così tanto sul soggetto del Sé soddisfa il tuo bisogno spirituale, o è una conseguenza della tua compassione per anime sofferenti e ingannate?
Ciò che segue è la risposta che ho scritto:

Sì, la mente è certamente un mito, māyā, un’invenzione del nostro auto-ingannevole potere di immaginazione. Quindi la nostra vita interamente centrata nella mente è anche solo un mito, come lo è il nostro scrivere e qualsiasi altra attività che possiamo fare. Di fatto ogni cosa che questa mente irreale sperimenta è un mito, tranne la sua conoscenza fondamentale ‘io sono’, che sola è reale.

Perché allora dovrebbe esserci qualche impulso a scrivere riguardo il sé e il mezzo per conoscerlo come è realmente?

La risposta è che finché sperimentiamo noi stessi come questa mente, sperimentiamo essa e ogni cosa da essa conosciuta come reale. Finché stiamo sognando, il sogno per noi è reale. Benché abbiamo compreso intellettualmente che tutto questo è irreale, la nostra esperienza è ancora che esso è reale.

Possiamo effettivamente sperimentare la verità che la mente e tutto ciò che conosce è irreale solo quando ci svegliamo da questo sogno conoscendo noi stessi come siamo realmente, e per conoscere noi stessi come siamo realmente dobbiamo ritirare la nostra attenzione da tutti i pensieri – tutta la conoscenza oggettiva, ogni cosa diversa da ‘io’ – e focalizzarla interamente su noi stessi.

Praticare questo con successo richiede bhakti e vairāgya intensi – amore per conoscere e per essere il nostro sé reale, e libertà dal desiderio per qualsiasi altra cosa – e possiamo ottenere questi bhakti e vairāgya intensi solo perseverando pazientemente nella nostra pratica di auto-attentività.

Se la nostra bhakti e il nostro vairāgya non sono sufficientemente intensi, soccomberemo ripetutamente a pramāda o auto-negligenza, abbandonando il nostro stato naturale di vigilante auto-attentività o chiara auto-consapevolezza e sperimentando questa mente e la sua vita legata ad un corpo come reali. Poiché non siamo ancora in grado di rimanere costantemente liberi da pramāda, dobbiamo distogliere gradualmente la nostra mente lontano dalla sua infatuazione di questa vita legata ad un corpo facendo tutto ciò che possiamo fare per attirarla verso il sé.

In questa lotta per vincere pramāda, la nostra nididhyāsana o pratica di auto-attentività sarà grandemente aiutata da śravaṇa e manana – studiare e riflettere sugli insegnamenti del nostro guru, Sri Ramana. Tutto il mio scrivere è per me una forma di manana, e quindi scrivo per mantenere la mia mente a dimora sul bisogno di essere costantemente auto-attentivo.

In altre parole, scrivo primariamente per mio beneficio personale, ma se in questa vita di sogno – in cui altre persone sembrano essere reali quanto la nostra mente, che è la sola a conoscerle – ci sono persone che sentono il beneficio di leggere ciò che ho scritto, sono felice di condividere i miei scritti con loro.

Presumo che potresti chiamarla compassione, ma solo come la compassione che un gruppo di malati terminali sentirebbe l’uno per l’altro. Dopo tutto siamo tutti nella stessa barca, lottando per vincere l’illusione auto-imposta in cui ora ci troviamo.

1 commento:

  1. ottima risposta a una critica rimproverante che peraltro mostra il proprio attaccamento al mondo delle idee e delle regole

    ninni

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