Om Namo Bhagavate Sri Arunachalaramanaya

lunedì 1 settembre 2014

Il segreto cruciale rivelato da Sri Ramana: il solo strumento per assoggettare la nostra mente in modo permanente

Michael James 

Venerdì 29 Agosto 2014 
http://happinessofbeing.blogspot.it/2014/08/the-crucial-secret-revealed-by-sri.html



Un amico mi ha scritto recentemente in Tamil chiedendo:
பகவான் அருளியபடி ஆத்ம விசாரம் செய்ய நாம் நான்என்னும் எண்ணத்தின் மீது கவனம் செலுத்த வேண்டும் என பல புத்தகங்களில் கூறப்படுகிறது. ஆனால் நான் யார்?’ என்ற கட்டுரையிலோ, மனம் எப்போதும் ஓர் ஸ்தூலத்தையே பற்றி இருக்கும் எனவும், மனமென்பது நான்என்னும் எண்ணமே எனவும் குறிப்பிடப்பட்டிருக்கிறது. இது உண்மை எனில், அந்த எண்ணத்தை ஸ்தூலத்திலிருந்து எவ்வாறு தனியே பிரித்து அதன் மீது கவனம் செலுத்துதல் ஸாத்தியம் ஆகும்? இது அஸாத்தியம் என்பதால் எண்ணங்கள் தோன்றும் இடம் எது?’ என கூர்ந்து கவனித்தலே விசார வழி என நான் நினைக்கிறேன்; பின்பற்றியும் வருகிறேன். இது சரியா?
che significa:
'In molti libri è detto che per fare auto-investigazione (ātma-vicāra) come insegnata da Bhagavan dobbiamo dirigere la nostra attenzione sul pensiero chiamato 'io'. Ma nel saggio Nāṉ Yār?  è detto che la mente esiste aggrappandosi sempre ad uno sthūlam [qualcosa di grossolano], e che ciò che è chiamato mente è solo il pensiero chiamato 'io'. Se questo è vero, è possibile separare in qualche modo questo pensiero dallo sthūlam e dirigere l'attenzione verso di esso [questo pensiero]? Dato che questo è impossibile, penso che il solo sentiero di vicāra è osservare acutamente 'qual'è il luogo dove sorgono i pensieri?’ ; anche io sto seguento questo sentiero. E' corretto?'

Ciò che segue è adattato dalla risposta che ho scritto (parzialmente in Tamil ma principalmente in Inglese):
 Le due espressioni dal நான் யார்? (Nāṉ Yār?: Chi sono io?) alle quali ti riferisci sono entrambi certamente vere, ma la deduzione che attingi da esse, vale a dire இது அஸாத்தியம் (idu asādhyam), 'questo è impossibile', non è corretta. Quando Bhagavan dice nel quarto paragrafo di Nāṉ Yār?, 'மனம் எப்போதும் ஒரு ஸ்தூலத்தை யனுசரித்தே நிற்கும்; தனியாய் நில்லாது (maṉam eppōdum oru sthūlattai y-aṉusarittē niṟkum; taṉiyāy nillādu), che significa, 'La mente si regge soltanto cercando di ottenere sempre qualcosa di grossolano [qualcosa diverso da 'io']; da sola essa non si regge.', ciò che dovremmo dedurre è che la mente cesserà quando non avrà niente altro che se stessa a cui afferrarsi (cioé, a cui dare attenzione), e che quindi cesserà solo quando cercherà di dare attenzione solo a se stessa. 
Questo è il perché Bhagavan dice anche nei paragrafi sesto, ottavo e sedicesimo del Nāṉ Yār?: 

நானார் என்னும் விசாரணையினாலேயே மன மடங்கும்; [...]
nāṉ-ār eṉṉum vicāraṇaiyiṉāl-ē-y-ē maṉam aḍaṅgum; [...]
Solo per [mezzo] della investigazione chi sono io, la mente si calmerà [o cesserà] ; [...]

மனம் அடங்குவதற்கு விசாரணையைத் தவிர வேறு தகுந்த உபாயங்களில்லை. மற்ற உபாயங்களினால் அடக்கினால் மனம் அடங்கினாற்போ லிருந்து, மறுபடியும் கிளம்பிவிடும். [...]
maṉam aḍaṅguvadaṯku vicāraṇaiyai-t tavira vēṟu tahunda upāyaṅgaḷ-illai. maṯṟa upāyaṅgaḷiṉāl aḍakkiṉāl maṉam aḍaṅgiṉāl-pōl irundu, maṟupaḍiyum kiḷambi-viḍum. [...]
Per il quietarsi [o la cessazione] della mente, non ci sono appropriati [o adeguati] mezzi oltre che vicāraṇā [auto-investigazione]. Se fatta quietare con altri mezzi, la mente rimarrà come se fosse cessata, [ma] emergerà nuovamente. [...] 

[...] மனத்தை யடக்குவதற்குத் தன்னை யாரென்று விசாரிக்க வேண்டுமே [...]
[...] maṉattai y-aḍakkuvadaṯku-t taṉṉai yār eṉḏṟu vicārikka vēṇḍum-ē [...]
[...] Per far cessare la mente è necessario investigare se stessi [al fine di sperimentare] chi [si è realmente] [...] 

Cioè, la natura della mente o ego (il nostro pensiero primario chiamato 'io') è quella di sorgere, permanere ed essere nutrita fino a che essa da attenzione ad altro che se stessa (cioè, ogni cosa diversa da 'io), e di sprofondare quando cerca di dare attenzione solo a se stessa. Questo è affermato chiaramente da Sri Bhagavan nel verso 25 di உள்ளது நாற்பது (Uḷḷadu Nāṟpadu: Quaranta Versi su Ciò che è): 

உருப்பற்றி யுண்டா முருப்பற்றி நிற்கு
முருப்பற்றி யுண்டுமிக வோங்கு முருவிட்
டுருப்பற்றுந் தேடினா லோட்டம் பிடிக்கு
முருவற்ற பேயகந்தை யோர்.
uruppaṯṟi yuṇḍā muruppaṯṟi niṟku
muruppaṯṟi yuṇḍumiha vōṅgu — muruviṭ
ṭuruppaṯṟun tēḍiṉā lōṭṭam piḍikku
muruvaṯṟa pēyahandai yōr.
பதச்சேதம்: உரு பற்றி உண்டாம்; உரு பற்றி நிற்கும்; உரு பற்றி உண்டு மிக ஓங்கும்; உரு விட்டு, உரு பற்றும்; தேடினால் ஓட்டம் பிடிக்கும், உரு அற்ற பேய் அகந்தை. ஓர்.
Padacchēdam (separazione delle parole): uru paṯṟi uṇḍām; uru paṯṟi niṯkum; uru paṯṟi uṇḍu miha ōṅgum; uru viṭṭu, uru paṯṟum; tēḍiṉāl ōṭṭam piḍikkum, uru aṯṟa pēy ahandai. ōr.
அன்வயம்: உரு அற்ற பேய் அகந்தை உரு பற்றி உண்டாம்; உரு பற்றி நிற்கும்; உரு பற்றி உண்டு மிக ஓங்கும்; உரு விட்டு, உரு பற்றும்; தேடினால் ஓட்டம் பிடிக்கும். ஓர்.
Anvayam (parole riordinate in ordine di prosa naturale): uru aṯṟa pēy ahandai uru paṯṟi uṇḍām; uru paṯṟi niṯkum; uru paṯṟi uṇḍu miha ōṅgum; uru viṭṭu, uru paṯṟum; tēḍiṉāl ōṭṭam piḍikkum. ōr.
Traduzione: Afferrando la forma, l'ego-fantasma senza forma sorge all'essere; afferrando la forma esso si regge [o permane]; afferrando ed essendo nutrito dalla forma esso cresce [o prospera] abbondantemente; lasciando [una] forma, esso afferra [un'altra] forma. Se  cercato [esaminato o investigato], esso fugge. Sappiate [questo]. 

Qui தேடினால் ஓட்டம் பிடிக்கும் (tēḍiṉāl ōṭṭam piḍikkum), 'se cercato, esso fugge', significa che se esso cerca di dare attenzione a se stesso, cesserà e scomparirà. Questo è il segreto decisivo ed estremamente prezioso che Sri Bhagavan ci ha rivelato sulla natura del nostro ego o mente: Se diamo attenzione a qualsiasi cosa diversa da noi stessi, la nostra mente a causa di ciò sorgerà e sarà nutrita, mentre se diamo attenzione solo a noi stessi, la nostra mente a causa di ciò cesserà e si dissolverà nella sua sorgente.

Cosa intendi esattamente quando scrivi: எண்ணங்கள் தோன்றும் இடம் எது?’ என கூர்ந்து கவனித்தலே (osservando in modo acuto 'qual'è il luogo dove sorgono i pensieri?')? Qual'è il இடம் (luogo) da cui sorgono tutti i pensieri? Questo luogo è solamente noi stessi, perché da dove altro potrebbero sorgere? Di fatto non siamo solo il luogo da cui sorgono tutti i pensieri ma anche il luogo in cui essi devono tutti sprofondare, questo è il motivo per cui Bhagavan dice nel sesto paragrafo di Nāṉ Yār?: 

[...] நான் என்னும் நினைவு கிஞ்சித்து மில்லா விடமே சொரூபமாகும். [...]
[...] nāṉ eṉṉum niṉaivu kiñcittum illā v-iḍamē sorūpam āhum. [...]
[...] Il luogo [spazio o stato] privo anche del minimo pensiero chiamato 'io' è svarūpa [la 'propria forma' o sé essenziale]. [...] 

Poiché tutti i pensieri sorgono solo da noi stessi, investigando da  cosa essi sorgono significa investigare solo noi stessi, e possiamo investigare noi stessi solamente essendo presenti a noi stessi.
Quindi se con எண்ணங்கள் தோன்றும் இடம் எது?’ என கூர்ந்து கவனித்தலே (osservando acutamente 'cos'è il luogo dove sorgono i pensieri?) tu intendi தன்னையே கூர்ந்து கவனித்தலே (taṉṉai-y-ē kūrndu gavaṉittal-ē: osservando acutamente solo se stessi), allora questa è certamente la pratica corretta di auto-investigazione (ātma-vicāra), come è definita chiaramente da Sri Bhagavan nel sedicesimo paragrafo di Nāṉ Yār?: 

[...] சதாகாலமும் மனத்தை ஆத்மாவில் வைத்திருப்பதற்குத் தான் ஆத்மவிசாரமென்று பெயர்; [...]
[…] sadā-kālam-um maṉattai ātmāvil vaittiruppadaṯku-t tāṉ ‘ātma-vicāram’ eṉḏṟu peyar; […]
[…] Il nome 'ātma-vicāra’ [si riferisce] solo alla [pratica di] mantenere sempre la mente in [o su] ātmā [sé]; […]

Qui சதாகாலமும் மனத்தை ஆத்மாவில் வைத்திருப்பது (sadā-kālam-um maṉattai ātmāvil vaittiruppadu) significa mantenere sempre la nostra mente fissa nel o sul sé, o in altre parole, mantenere sempre la nostra attenzione fissa su noi stessi. Questa solo è la pratica corretta di ஆத்மவிசாரம் (ātma-vicāram).
Questo è il perché in molti libri è correttamente detto, பகவான் அருளியபடி ஆத்ம விசாரம் செய்ய நாம் நான்என்னும் எண்ணத்தின் மீது கவனம் செலுத்த வேண்டும் (per fare ātma-vicāram come insegnato da Bhagavan dobbiamo dirigere la nostra attenzione sul pensiero chiamato 'io'). Come egli stesso disse nel paragrafi decimo e undicesimo di Nāṉ Yār?: 

[...] சொரூபத்யானத்தை விடாப்பிடியாய்ப் பிடிக்க வேண்டும். [...]
[…] sorūpa-dhyāṉattai viḍā-p-piḍiyāy-p piḍikka vēṇḍum. […]
[…] è necessario aggrapparsi tenacemente a svarūpa-dhyāna [auto-contemplazione o auto-attentività]. […] 

[...] ஒருவன் தான் சொரூபத்தை யடையும் வரையில் நிரந்தர சொரூப ஸ்மரணையைக் கைப்பற்றுவானாயின் அதுவொன்றே போதும். [...]
[…] oruvaṉ tāṉ sorūpattai y-aḍaiyum varaiyil nirantara sorūpa-smaraṇaiyai-k kai-p-paṯṟuvāṉ-āyiṉ adu-v-oṉḏṟē pōdum. […]
[…] Se ci aggrappiamo saldamente all'ininterrotto svarūpa-smaraṇa [auto-ricordo] fino a che si ottiene svarūpa [il proprio sé essenziale], questo solo [sarà] sufficiente. […]

Qui சொரூபத்யானம் (svarūpa-dhyāna) e சொரூபஸ்மரணை (svarūpa-smaraṇa) sono semplicemente modi alternativi di descrivere la pratica di auto-attentività, che è tutto ciò che ஆன்மவிசாரம் (ātma-vicāram) realmente comporta.

Quindi, se vogliamo applicare l'indizio decisivo rivelato da Sri Bhagavan, dovremmo cercare di dare attenzione solo a 'io',  ritirando interamente la nostra attenzione da tutte le altre cose, perché fino a che permettiamo alla nostra mente di dare attenzione a qualsiasi cosa diversa da 'io', essa non cesserà,  mentre quando diamo attenzione solo a 'io', essa non sarà più in grado di reggersi o permanere, e quindi affonderà nella sua sorgente, il nostro sé reale - la fondazione o realtà fondamentale che noi sempre siamo realmente.



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